Il verde Liri ieri, oggi una sorta di discarica a cielo aperto. Passano gli anni ma quella che doveva essere una risorsa paesaggistica e turistica sta diventando sempre più un problema per la città. E se sui libri, sul web e nelle trasmissioni televisive si parla positivamente delle acque che bagnano Sora, ancora una volta sono gli stessi cittadini che alzano un solo grido di vergogna.  «Il verde Liri non esiste più - dice un cittadino che vive in via Branca - Ma quale risorsa? Ormai è una piaga. Abbiamo una discarica sotto casa, con odori sgradevoli specie d'estate. La corrente dell'acqua restituisce ogni rifiuto: gomme per automobili, cassette di plastica e buste nere contenenti di tutto. Insomma basta affacciarsi su uno dei ponti della città per rendersi conto di cosa siamo costretti a vivere. Ma la pulizia, che manca da anni, perché non viene fatta? Avevamo letto che la Regione si sarebbe attivata a breve, questo un anno fa, e poi cosa è accaduto? Se siamo stati dimenticati dalle istituzioni vogliamo saperlo che noi sorani non abbiamo paura: ci scendiamo noi giù al fiume a pulire». Ricordiamo infatti l'iniziativa dell'estate scorsa, premiata anche dal Comune di Sora, di Tullio Coraggio che munito di cappellino bianco e bermuda a petto nudo, spinto dall'amore verso la propria terra, si è calato nelle acque del Liri per ripulire le sponde del fiume. L'uomo era stanco di vedere rifiuti di ogni genere sotto gli occhi di tutti e sfidando le acque ricche di alghe e di materiale inquinante, immergendosi letteralmente nel fiume, aveva raccolto a mani nude di tutto: bottiglie, ciabatte e palloni. Sempre nell'estate 2017 sembrava che il sopralluogo da parte di due tecnici della Regione, alla presenza del sindaco e dell'architetto Porretta avesse portato buoni frutti per arrivare alla pulizia del fiume da parte della Regione Lazio, che ad oggi si sta facendo aspettare troppo. In quel periodo fu spiegato, dagli amministratori, che il Comune ha le mani legate, poiché un tratto centrale del Liri risulta essere competenza dell'ex Ardis sciolta e incorporata come Direzione Regionale Risorse Idriche e Difesa del suolo. Quindi per ogni intervento l'ente ha bisogno dell'autorizzazione da Roma.