Alla fine, dopo tante polemiche, il paracadute delle discordia che intendeva omaggiare i parà tedeschi con la stele nella grotta Foltin, è stato rimosso. Di una possibile rimozione aveva già parlato ieri l'opposizione consiliare in quanto mancavano le autorizzazioni necessarie. La delibera di giunta, in effetti, come confermato dal sindaco non c'era: così, anche per evitare altre polemiche tanto sulla forma che sulla sostanza (ovvero il revisionismo storico che aveva fatto infuriare l'Anpi, il governatore Zingaretti e tutto il centrosinistra) il primo cittadino ha invitato l'associazione degli albergatori che aveva promosso l'evento, a rimuovere quantomeno il paracadute. Detto, fatto: all'alba di questa mattina il paracadute è scomparso, è rimasta solo la base in pietra. "Il messaggio storico non è stato colto" -dice uno dei promotori Pino Valente, che in giornata si riserva di spiegare tale scelta con un dettagliato comunicato stampa-. Preferisce non gettare altra benzina sul fuoco il sindaco D'Alessandro visto che la questione delle stele gli ha già procurato tanti problemi in maggioranza con alcuni dei suoi consiglieri che lo hanno addirittura invitato a rassegnare le dimissioni. "Vale quello che ho dichiarato all'inizio di questa vicenda - si limita a dire il primo cittadino -: io sono per la riconciliazione dei popoli". Dal canto loro cantano vittoria coloro che sin dal primo momento hanno combattuto contro tale iniziativa. Ora la guerra è tutta politica: la battaglia inizia in Municipio e chi cade rischia di non avere alcun... paracadute!