Spaccio in famiglia, il riesame accoglie le richieste dell'avvocato Emanuele Carbone e rimette in libertà la figlia, disponendo i domiciliari per il padre. Entrambi erano stati arrestati (con un'ordinanza di custodia carcere per l'uomo, ai domiciliari per la ragazza) alla fine di gennaio scorso. Sia il padre di 51 anni che la figlia di 23 devono rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacente.
L'operazione
L'operazione dello scorso gennaio porta ancora una volta la firma degli agenti del commissariato di Cassino, coordinati dal vice questore Alessandro Tocco. Ma tutto ha inizio a novembre, quando gli agenti riescono a sequestrare ben 600 grammi di hashish nascosti nei pressi del cimitero cittadino: l'ingente quantitativo era nascosto in un borsello, sotto alcune pietre, accanto a un albero. Una volta prelevato lo stupefacente, però, il borsello viene sistemato nello stesso posto mentre le telecamere di videosorveglianza (piazzate intanto dalla polizia) riprendono tutto. I controlli incrociati e serrati vanno avanti ancora due mesi, poi il blitz che porta nell'abitazione di padre e figlia, destinatari delle misure cautelari a firma del dottor Scalera: l'operazione di gennaio porta a rinvenire nell'abitazione di famiglia nascosti in una trousse 10 grammi di coca e 2.000 euro infilati dietro a un termosifone (probabile provento di spaccio).
La ventitreenne finisce ai domiciliari, il padre in carcere. Ieri il Riesame ha accolto l'istanza dell'avvocato Carbone, revocando la misura per la ventitreenne e disponendo i domiciliari per il padre.
La decisione
Spaccio in famiglia: già rimessa in libertà la figlia pusher
Cassino - La giovane arrestata insieme al padre, alla fine di gennaio scorso, è già a piede libero. Mentre per l'uomo, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari
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