Case e terreni all'asta, le imprese falliscono e i cittadini perdono beni di proprietà. Battute all'asta giudiziaria di Frosinone case, appartamenti, negozi e terreni. Il volto triste di una crisi che sta uccidendo intere famiglie. Le saracinesche abbassate al Giglio o nel centro storico ne sono la testimonianza palese. Attività commerciali ma anche imprese edili che falliscono, imprenditori costretti a coprire i debiti con beni immobili che finiscono inevitabilmente all'asta. Un viavai continuo al tribunale di Frosinone sezione Cancelleria Aste Giudiziarie: gente onesta che spera di poter concludere l'affare senza intoppi. «Invece arrivano anche seconde offerte – racconta uno dei tanti disperati – avanzate da chi non ha niente da perdere. E quelli che non hanno i soldi sono costretti a scendere a compromessi, tra l'indifferenza di chi sa ma non fa niente per cambiare il sistema». Il sistema, almeno in base alla legge, funziona così: dopo un fallimento, di un privato o di un impresa o quel che sia, i suoi beni vengono messi all'asta, così da provvedere, con il ricavato della vendita, al saldo dei debiti del fallito. In teoria tutti, tranne il debitore, possono accedervi e tutti possono fare un'offerta. Ma quando a rispondere alle aste non è il proprietario? Nessuno va a chiedere all'aggiudicatario cosa ne farà di quel bene. Così l'accesso è garantito a chiunque, molti che si aggiudicano immobili del valore inestimabile a 30 o 40.000 euro. Il vero problema è che non c'è un limite a ribasso, nonostante il ricorso della corte di Giustizia Europea. In questo modo non soltanto non si soddisfa il creditore ma si va a togliere al privato l'unico bene. Un fenomeno che consente a finti "benefattori" di acquistare locali per poi magari chiedere un affitto o rivenderlo ad un prezzo maggiorato al legittimo proprietario.