Non c'è pace per lo stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. Dopo il primo trimestre del 2018, era la previsione, si supereranno le difficoltà sul mercato cinese. Ma, a pochi giorni dalla "scadenza", non c'è ancora certezza sul futuro. Anzi, oggi c'è anche un altro mercato - molto importante e strategico per il marchio Alfa e le vetture premium prodotte a Cassino - che fa temere il peggio per Giulia e Stelvio e quindi per le 4.600 tute rosse dello stabilimento pedemontano e tutte le fabbriche dell'indotto ad esse collegato.
Si tratta del mercato degli Stati Uniti: nella sostanza dei fatti l'allarme è per i dazi doganali che il presidente degli Stati Uniti di Donald Trump sta minacciando contro l'industria automobilistica europea. In tal modo il presidente intende privilegiare i produttori locali a discapito di quelli europei.
Per capire che contraccolpi ciò potrebbe avere su Cassino è sufficiente evidenziare che Alfa Romeo, grazie alle produzioni di Giulia e Stelvio a Piedimonte, lo scorso anno ha moltiplicato le sue vendite per quasi 23 volte. E dalle 528 vetture vendute nel 2016 si è passati alle 12.031 vendute nel 2017.
I sindacati non nascondono la loro preoccupazione e temono un rallentamento della produzione con altre giornate di stop anche ad aprile: di questo e di altro si discuterà in un vertice tra azienda e sindacati convocato per domani mattina. Tutti i riflettori sono intanto puntati sul primo giugno quando sarà presentato il nuovo piano industriale. E anche in questo caso non sono positive le indiscrezioni che trapelano per quel che riguarda lo stabilimento pedemontano perchè il nuovo Suv Alfa potrebbe andare a sostituire la Punto nello stabilimento di Melfi.
Nel mondo sindacale trapela poi la notizia dell'ispezione della Cgil nella sede della Fiom. Il segretario provinciale Donato Gatti non smentisce ma al contempo precisa: «Quando ci sono degli accorpamenti le ispezioni sono obbligatorie. È tutto nella norma, nulla di anomalo».