Mentre era indagato, per l'omicidio di Emanuele Morganti, Franco Castagnacci finiva nei guai per droga. Gli uomini dell'Arma avevano cominciato a completare il puzzle di una vicenda completamente separata dalla prima e che è costata allo stesso prima la detenzione domiciliare, poi l'arresto e ora anche una condanna.
Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante ha inflitto al cinquantenne di Alatri, con il rito abbreviato, una pena di tre anni e otto mesi di reclusione. Nei suoi confronti il pubblico ministero Vittorio Misiti aveva sollecitato una condanna a sei anni chiedendo l'esclusione dell'ipotesi del fatto di lieve entità. Ipotesi, quest'ultima, applicata al collaboratore di Castagnacci, Giorgio Boezi, 38 anni, condannato a un anno con pena sospesa e contestuale remissione in libertà dagli arresti domiciliari. Per Castagnacci il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche ed escluso l'aumento di pena se il fatto è commesso da tre o più persone. Inizialmente, l'ordinanza di custodia cautelare aveva riguardato oltre ai due la moglie di Castagnacci Florida Piku, processata a parte.
L'ordinanza era stata adottata a luglio. Castagnacci era ai domiciliari dal 1 giugno perché fermato con 15 grammi di cocaina. Tuttavia i carabinieri del Reparto operativo - Nucleo investigativo, in collaborazione con quelli delle compagnie di Frosinone, Alatri e Anagni avevano continuato a tenerlo sott'occhio. Lui era finito in carcere mentre ai domiciliari erano andati la sua consorte e Boezi. Contestato il concorso in detenzione e spaccio di hashish e cocaina. Successivamente Castagnacci verrà arrestato anche per l'omicidio di Morganti per il quale è in attesa di giudizio.
Il sospetto dei carabinieri, sin da subito, è che l'episodio del 1 giugno non fosse circoscritto. Così hanno intensificato la vigilanza. Per l'accusa, Castagnacci avrebbe gestito l'attività di spaccio, nonostante le restrizioni imposte dai domiciliari, avvalendosi dei collaboratori. A loro avrebbe fornito istruzioni sull'approvvigionamento della droga, sulla cessione e perfino sul recupero crediti nei confronti di chi non saldava. Castagnacci, per l'accusa era «capace di manovrare e gestire gli altri due» che non si sarebbero limitati a «una fase meramente esecutiva». Il giudice si è preso 90 giorni per il deposito della motivazione. Dopodiché la difesa, rappresentata dall'avvocato Marilena Colagiacomo, valuterà le mosse future.