Il modello Scampia applicato a Frosinone. Non fa sconti il procuratore generale nel processo d'appello, per droga, agli Intoccabili. Vincenzo Saveriano, rappresentante dell'accusa, ha chiesto la conferma in blocco (praticamente senza eccezioni, a parte due casi) delle pesanti condanne inflitte in primo grado dal gup del tribunale di Roma Maurizio Caivano con il rito abbreviato.
Dopo la relazione del presidente della terza sezione della Corte d'appello, il procuratore generale ha ripercorso i tratti salienti dell'inchiesta, condotta congiuntamente da carabinieri e polizia. E sfociata nel luglio del 2016 in 36 ordinanze di custodia cautelare per spaccio di cocaina, hashish e marijuana. Nell'ora e mezza d'intervento il pg ha descritto un'associazione che, a suo dire, aveva il monopolio dello spaccio nel Frusinate. Ha rievocato i sistemi utilizzati, sul modello Scampia, con videosorveglianza e addetti alla vigilanza, con tanto di turni e compiti prestabiliti. Nonché la capacità di rispondere ai colpi inferti dalle forze dell'ordine. Quindi ha ripercorso, punto per punto, i ruoli di ciascuno degli imputati. Evidenziando il sistema escogitato, con la finestrella, per favorire il passaggio denaro-droga senza che i clienti vedessero in volto chi c'era dall'altra parte. Per questioni di economia processuale è stato disposto lo stralcio nei confronti di due persone, Diego Cupido che, a causa delle precarie condizioni di salute, non è stato possibile trasportare dal carcere di Benevento a quello di Melfi per partecipare all'udienza in videoconferenza e di Alex Frattali. Queste posizioni saranno riunite al resto del gruppo già in occasione della prossima udienza, il 23 marzo, quando inizieranno la discussione gli avvocati della difesa.
Per i venti imputati che avevano scelto di chiudere i conti con il rito abbreviato, in primo grado erano arrivate pene da un minimo di tre anni a un massimo di 18. Dunque il procuratore generale ha chiesto di riconfermare le condanne a sedici anni e quattro mesi per i principali collaboratori di colui che è considerato il capo e promotore dell'organizzazione (Diego Cupido) ovvero Valter Tarquini, 53, a sedici anni per Vincenzo Balbi, 32, a quindici anni e quattro mesi per Luigi Iaboni, 52.
Per gli altri partecipanti all'associazione chiesta la conferma a otto anni per Mario Iaboni, 29, Roberto Pironi, 48, di Boville Ernica, e Massimo Stirpe, 32, a sette anni e otto mesi per Angela Pavia, 46, a sette anni un mese e 10 giorni per Massimo Reffe, 32, a sette anni per Klodjana Shehu, 37, albanese. E ancora conferme a sei anni e dieci mesi per Maurizio Mastropaolo, 44 anni, a sei anni per Emanuele Mingarelli, 31; a cinque anni e dieci mesi per Francesca Romano, 53; a cinque anni e otto mesi per Teresa Cupido, per cui era caduta l'accusa di essere tra i promotori dell'associazione; a cinque anni e sei mesi per Lorena Cupido. Infine sempre in primo grado erano stati inflitti tre anni, essendo caduta l'accusa di far parte dell'associazione con relativa assoluzione per questa imputazione, nei confronti di Massimiliano Frattali, 46, e Rafal Aleksandrowicz.
La sentenza di primo grado aveva stabilito un periodo di libertà vigilata di tre anni, una volta espiata la pena, nei confronti di Diego Cupido, Tarquini, Balbi e Luigi Iaboni nonché la revoca della sospensione condizionale per dei precedenti patteggiamenti nei riguardi di Balbi, Pironi, Shehu e Reffe. Prevista la confisca di beni immobili e dei conti correnti dei principali imputati.
Sempre in primo grado Diego Cupido, 45 anni, era stato ritenuto colpevole oltre che del principale capo d'imputazione, quello che lo vuole promotore, costitutore e organizzatore dell'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di spaccio di droga, anche di altri 28 capi di imputazione, per una pena finale di 18 anni. Inoltre, a sette anni due mesi e venti giorni era stato condannato Alex Frattali, 27, per il quale era caduta l'accusa di essere tra i promotori dell'associazione
Gli unici per i quali il pg ha chiesto una pena inferiore, ovvero 5 anni, rispetto ai 6 anni e 10 mesi avuti in primo grado, sono stati Gionni Spada, 39, e Palma Spinelli, 33.
Gli altri 55 imputati che non avevano scelto il rito abbreviato sono ancora sotto processo, davanti al tribunale di Frosinone. Altri cinque avevano patteggiato pene variabili tra otto mesi e un anno e quattro mesi.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati dagli avvocati Raffaele e Marco Maietta, Bruno Naso, Angela Porcelli e Luigi Tozzi.