Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, in undici rischiano di finire sotto processo. La procura di Frosinone ha chiuso le indagini nei confronti di un gruppo di romeni, composto da nove uomini e due donne, accusati di aver sfruttato e favorito l'attività di alcune ragazze sull'asse attrezzato tra il capoluogo e Ferentino. I fatti si sarebbero verificati tra il 2014 e il 2015. L'inchiesta è nata a seguito della denuncia, da parte di una delle ragazze costrette a prostituirsi, della scomparsa di una di loro. La denunciante temeva che fosse successo qualcosa di grave, ma in realtà l'amica si era solo allontanata nel tentativo di sottrarsi agli aguzzini. Da lì è stato messo sotto osservazione, il gruppo accusato di sfruttare le ragazze sulla strada del sesso tra Frosinone e Ferentino. Stando alle accuse ognuno aveva un compito preciso. C'è chi accompagnava le ragazze sul "posto di lavoro", chi si occupava di pagare per l'occupazione del posto, chi di proteggere le ragazze da eventuali malintenzionati, chi di rifornirle di tutto l'occorrente, chi di controllarle, telefonando, dei clienti e soprattutto degli incassi fatti.
Quest'ultimo era un modo per sottrarre alle ragazze tutto il denaro guadagnato, che poteva variare tra trecento e mille euro al giorno. Chi si ribellava veniva presa a calci e pugni o minacciata di ritorsione. Chi chiedeva i soldi, veniva convinta con la promessa che dopo qualche tempo avrebbe potuto tenere per sè gli incassi o che l'organizzazione aveva provveduto ad acquistare per lei un appartamento in Romania. E proprio nel paese di origine veniva dirottato gran parte degli incassi della prostituzione. Passando spesso e volentieri per canali ufficiali come le agenzie di trasferimento di denaro all'estero. Le ragazze venivano ospitate a volte in zone. E, in uno di questi appartamenti, in via San Giuliano venivano accolti i clienti più facoltosi. Raccolti tutti gli elementi a sostegno dell'accusa, la procura ha formalmente chiuso le indagini e avviso gli undici indagati, che sono rappresentati dagli avvocati Alessandro Loreto e Giuseppe Campagiorni