Clima teso, da resa dei conti. Si sono presentati in oltre 300, alcuni di loro con genitori al seguito. Sono gli ex interinali messi alla porta da Fca (532) e dalle fabbriche dell'indotto lo scorso 31 ottobre. Un'emorragia di oltre 600 posti di lavoro.
La metà di loro hanno risposto presente alla chiamata della Uilm voluta dal segretario Francesco Giangrande che venerdì scorso è stato confermato ai vertici del sindacato. Come primo impegno, il giorno seguente, ha voluto affrontare gli ex interinali. Ben sapendo che la rabbia era difficile da colmare. «Con quali criteri sono stato scelti da Fca i 300 interinali confermati e contrattualizzati rispetto ai 532 messi fuori dopo 10 mesi?» Sono i genitori, addirittura, a prendere la parola.
La tensione è palpabile. Ma Giangrande non ha paura di affrontare anche le severe critiche. Incassa severi rimproveri.
Poi, però, sale in cattedra. E, immediatamente, dà nuove speranze: «Fino alla fine di marzo il mercato sarà ancora in calo, lo sapevamo. Per questo non ci spaventa l'annuncio della cassa integrazione dal 22 marzo al 2 aprile.
Dal 3 aprile, quando riapriranno i cancelli, inizierà una nuova stagione. Pian piano l'azienda verosimilmente a partire da maggio potrebbe aver bisogno di nuova forza lavoro quindi, gradualmente, Fca potrebbe chiamarvi per fare nuovamente le prove fisiche propedeutiche al rientro in fabbrica». «Questo lo dite voi, non l'azienda», la replica degli interinali che sembrano ormai disillusi. «Queste sono le informazioni in nostro possesso» specifica Giangrande. Come a dire: non vogliamo dare illusioni con false speranze. C'è però un condizionale continuo in tutto il discorso di Giangrande. Perché ovviamente, tutto dipenderà solo ed esclusivamente dal mercato. Sia per adesso, che per il futuro. Nel corso del congresso della Uilm il segretario aveva infatti annunciato: «Nel 2019 con il terzo modello potrebbe essere necessaria occupazione aggiuntiva». Ma tale ipotesi trova la netta contrarietá della Fiom-Cgil che con il segretario provinciale Donato Gatti chiosa: «Qui l'unica certezza è che c'è ancora un fermo produttivo e il blocco del turn over. Ci sono stati molti pensionamenti ma non c'è stato alcun nuovo ingresso. Dicevano che la svolta ci sarebbe stata a gennaio, poi febbraio, ora si parla di maggio. Qualcuno dice di aspettare l'annuncio del nuovo piano industriale di Marchionne il primo giugno, addirittura ora sento dire che le nuove assunzioni ci saranno nel 2019. Siamo come sempre alla politica degli annunci. I fatti concreti, purtroppo, ci mostrano una realtà differente da quella narrata».