Voleva stare in cella singola e non accettava di dover dividere i suoi spazi con un altro detenuto. Per questo un nigeriano, che, nell'estate 2015, era rinchiuso nella casa circondariale di Frosinone andò su tutte le furie aggredendo gli agenti che lo stavano riportando in cella. Due di questi che all'epoca rimasero contusi ieri sono stati sentiti dal giudice monocratico del tribunale Francesca Proietti. Ora l'uomo deve rispondere di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. In base al racconto degli agenti della polizia penitenziaria, il detenuto, di nazionalità nigerina, a quel tempo in isolamento, era stato chiamato dall'ispettore di sorveglianza. Era il luglio del 2015 e l'ispettore lo avrebbe informato che, da quel momento in poi, avrebbe condiviso la cella con un altro recluso in una sezione dove vengono ospitati quanti, per la particolarità dei reati di cui sono accusati, non vengono accettati dalla popolazione carceraria. E proprio mentre l'africano veniva ricondotto nella cella, la numero dieci, cominciò ad andare in escandescenze.
Uno degli agenti della polizia penitenziaria ha ricordato di aver visto il collega praticamente sollevato dal detenuto, di corporatura molto robusta. Più agenti allora erano intervenuti nel tentativo di calmare il detenuto che, mentre si dimenava, era riuscito a colpire un paio di agenti. Alla fine era stato condotto in un'altra cella, in attesa che poi nei suoi confronti venissero presi dei provvedimenti disciplinari. È stato pure sentito l'agente che ha avuto la peggio dall'aggressione del nigeriano, che è difeso dall'avvocato Pierluigi Taglienti, che successivamente è stato trasferito nel penitenziario di Rieti e che ora è libero in attesa dell'esito del processo. Il poliziotto ha riferito di esser stato preso per una gamba e scaraventato a terra. E di esser stato accompagnato poi al pronto soccorso, dove inizialmente era stato refertato con cinque giorni di prognosi, ma dato che i dolori al costato persistevano era stato successivamente ricoverato per altri sette giorni.
In attesa di sentire anche l'ultimo agente che è stato aggredito il giudice ha rinviato l'udienza per sentirlo e per poi procedere alla discussione.