Il processo penale più lungo d'Italia è quello che il prossimo 15 marzo potrebbe chiudersi a Cassino. Potrebbe, il condizionale a questo punto è d'obbligo, visto che si tratta di un primo grado ancora in vita dopo 13 anni dall'apertura del dibattimento e a ben 23 dai fatti contestati. Il processo, senza ombra di dubbio, più "vecchio" di quelli che si possono a memoria d'uomo ricordare nel Bel Paese che già, soprattutto in materia di civile e lavoro, batte ogni record: se la sentenza dell'Utri è considerata una tra le più prolisse e attese con 257 udienze e un primo grado sciolto in sette anni; se il maxi processo di Palermo contro crimini di mafia entrato nella storia per le sue immense proporzioni con quasi 500 imputati e pene detentive di oltre 2000 anni carcere riuscì ad affrontare un primo grado in sei anni, a Cassino il processo più lungo della storia è ancora in atto.
Le contestazioni I fatti contestati a sette imputati, cinque di Cassino e due del Napoletano (considerati dalle accuse i "fornitori" della polvere bianca) risalgono al 1995. Allora (ben 23 anni fa) l'operazione "Biancaneve II" della polizia nata da un troncone addirittura precedente, "Biancaneve I" portò a indagare cinque cassinati tra i 30 e i 40 anni e due partenopei finiti a vario titolo nel mondo degli stupefacenti. Gli inquirenti in quel periodo avevano messo le mani su un vasto giro di droga, dal Napoletano a Cassino: carichi pesanti, specialmente di cocaina. Molti degli indagati, quando venne messa a segno "Biancaneve II", erano già sottoposti a misure coercitive decise a seguito delle indagini del troncone principale, di qualche anno precedente. A distanza di tutti questi anni, ormai con vite del tutto diverse alcuni sposati, altri divorziati o nonni i sette imputati si trovano ancora ad affrontare un primo grado di un processo per spaccio in concorso per questioni di 23 anni prima: la chiusura delle indagini venne fatta nel  2002,si arrivò al decreto di citazione a giudizio nel 2005 (con un netto ritardo); poi il cambiamento di 4 giudici, astensioni e rinvii: così fino all'udienza di ieri, in cui l'avvocato Antonio Fraioli che difende sei imputati mentre uno è assistito dall'avvocato Pianese ha avanzato una richiesta al giudice che ora ha "ereditato" il fascicolo vintage: il reato sarebbe prescritto. Il giudice ha rinviato per verificare la circostanza eccepita dall'avvocato Fraioli: il 15 marzo il processo avrà sembrerebbe comunque una fine.