Fusti sepolti nel lago, i carabinieri forestali di Cassino ieri mattina in campo. Effettuato un sopralluogo per cercare di individuare la mano colpevole dell'illecito smaltimento. A segnalare la presenza di bidoni pieni di una sostanza simile a vernice, resina e materiale sconosciuto in un terreno a perdita d'occhio, tra Cassino e Sant'Elia sono stati alcuni giorni fa Edoardo Grossi, sostituto console del Touring Club nella Consulta dell'Ambiente di Cassino e Salvatore Avella di Fare Verde. Proprio i due ambientalisti, da sempre in prima linea per la tutela dell'ambiente, avevano individuato durante una delle tante attività di ricognizione del territorio, soprattutto nella zona delle "acque rosse" alcuni fusti sepolti in uno stagno in prossimità di una diga, forse venuti alla luce solo per il leggero ritirarsi delle acque.
La vasta area, già fortemente compressa dalla presenza di fango rosso, potrebbe dunque risentire della presenza di bombe ecologiche rimaste per troppo tempo nascoste. Per questo, su indicazione dell'assessore all'Ambiente, è stata inoltrata richiesta all'Arpa di procedere all'analisi del reale contenuto dei bidoni. Anche per scongiurare pericolose ripercussioni per la salute umana. Nell'attesa di conoscere la verità sul contenuto dei fusti e sulla possibile dispersione delle sostanze nei terreni circostanti, gli ambientalisti tornano a chiedere con forza che si provveda a interdire l'uso degli appezzamenti fino a che sia fatta chiarezza. Già l'immediato interessamento dei carabinieri della Sezione forestale di Cassino rappresenta per i cittadini una fondamentale certezza: quella legata alla celerità degli inquirenti e alla prontezza con cui stanno offrendo sicurezze su una possibile (forse l'ennesima) criticità ambientale.