Un capo, un fiancheggiatore insospettabile, alcuni pony express e un appartamento in zone nevralgiche: così lo spaccio è servito. Il ragionamento è puramente aziendale, da imprenditori del malaffare tra calcoli esatti dove rischi e guadagni fanno pendere la bilancia sui secondi. Senza alcun dubbio. Stipendi - per le figure egemoni - che i lavori "tradizionali" non potrebbero garantire e, talvolta, "eredità" di famiglia da non disperdere.
Il circolo vizioso della droga inizia dalla testa del "corpo malato" che si aggira impietoso in città per irrobustirsi. Il recente arresto della Polizia di Stato a Cervaro - ma non solo quello - ha permesso di scovare una incantevole villa, abitata da un elettricista finito ai domiciliari per detenzione di sostanze stupefacenti.
Uno di quegli insospettabili che "racconta" indirettamente la storia dello smercio in una città ai confini col Casertano, con quelle aree come Castel Volturno o Secondigliano dove è facile rifornirsi.
Inutile portare i carichi nel cuore della città, piuttosto conviene tenere le basi di appoggio nei centri satelliti laddove diversi sono stati i ritrovamenti da parte delle forze dell'ordine: tutti da mezzo chilo. Sembra questo ormai, dai sequestri effettuati negli ultimi sei mesi, il quantitativo delle partite in arrivo.

Il sistema

È convinzione degli investigatori che la "caccia agli insospettabili" rappresenti un tassello fondamentale per i gruppetti operanti nella città martire. Casolari o ville bunker dove scaricare il "malloppo" e far ruotare i mini trasferimenti. Un costo? Certo.
Ma pur basso rispetto ai proventi della polvere bianca. Alcune centinaia di euro (sotto i 500) al mese, potrebbero bastare solo per assolvere a due compiti: tenere nascosto il carico e aprire il cancello ai piccoli corrieri.
Poi, con il telefono a portata di mano, il "capobastone" messaggia su whatsapp l'arrivo del pony espress. Dai ritrovamenti degli agenti del dottor Alessandro Tocco gli oltre 400 grammi di eroina e cocaina (cento grammi, evidentemente, erano stati già consegnati) si presentavano perfettamente divisi. Tredici pacchetti da 25 grammi (involucro compreso) da passare ogni singola volta. Queste almeno le ipotesi per l'eroina confezionata con involucri neri e tanto nastro adesivo nella speranza che potesse isolare l'odore nel caso in cui si incappasse nei temibili cani antidroga.
I custodi, dunque, non avrebbero assolutamente potere di vendita.

I corrieri e gli stipendi

Ma chi va a prendere la roba? Per gli investigatori in campo ci sarebbero altri insospettabili, giovanissimi. E, magari, ragazze davvero giovani che difficilmente potrebbero lasciar immaginare il delicato compito che stanno svolgendo. E se a viaggiare, per questi brevi e isolati tratti, si scegliessero gli orari di punta del traffico - evitando le ore notturne - il gioco potrebbe apparire ancora più semplice.
E il pagamento per questo piccolo esercito di corrieri? Non è escluso che sia in dosi. Ipotesi in un mondo talmente vario e complesso che stanno portando le forze dell'ordine a non abbassare mai la guardia e a tenere sotto controllo tutti e tutto.
Anche perché quando la roba arriva a casa del destinatario il grosso del lavoro è compiuto. Arrivano lì i clienti sia per la dose personale che per i piccoli rifornimenti. E se bussano gli agenti è semplice aprire un lavandino e lasciar scorrere pochi grammi. Diversi i controlli nelle case del centro, piccoli - ogni volta - i ritrovamenti.

Il mercato

Ragazzini e adulti, operai e professionisti, casalinghe e giovani disoccupati: la richiesta di droga copre ogni fascia d'età e di ceto.
È talmente elevata nel Cassinate che le "aziende" dello spaccio incamerano profitti su profitti e non cambiano pelle mentre devono virare verso strategie sempre diverse. È il vero motore di questa industria intramontabile.