Un nuovo lutto scuote la comunità fabraterna. Non ce l'ha fatta Giovanbattista Malizia il sessantottenne rimasto coinvolto, insieme al figlio Stefano, nell'incidente avvenuto sulla strada Asi il 15 dicembre scorso. L'uomo, fino a quattro giorni fa, ricoverato allo Spaziani era stato trasferito, per l'improvviso aggravarsi delle sue condizioni, al San Filippo Neri di Roma.
Qui, per cause in corso di accertamento, è morto ieri intorno alle 7.15. Al momento, la famiglia è in attesa del nulla osta del magistrato per riportare a casa la salma e fissare la data del funerale. Il destino sembra essersi particolarmente accanito nei confronti di questa famiglia, distrutta nel giro di pochi mesi. Pochi giorni prima del tragico incidente di dicembre, in cui hanno perso la vita Giovambattista Malizia e suo figlio, il grande dolore per la perdita della madre di Stefano, scomparsa per una malattia. L'altro figlio è oggi devastato dalla perdita anche del padre.
L'incidente
Stefano Malizia, 23 anni, di Ceccano era morto nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 allo Spaziani di Frosinone. Troppo gravi erano state le ferite riportate nell'incidente in cui era rimasto coinvolto, insieme al padre Giovambattista alle 19.30 di quel tragico venerdì. Lo scontro sulla strada Asi, nel tratto che dopo l'incrocio della Monti Lepini conduce a Ceccano, vicino al depuratore. L'auto su cui viaggiavano, una Opel Corsa, era finita in una scarpata dopo lo schianto con una Fiat Uno su cui viaggiavano un altro padre e figlio. Un volo di circa nove metri. Era stata coinvolta anche una Mini Countryman guidata da una donna. Tutti residenti a Ceccano. Tutti che transitavano lì, in quei minuti che il maltempo flagellava mezza provincia.
Le condizioni di Stefano erano apparse subito gravi al personale medicointervenuto contreambulanze e un'automedica.
Si era resto necessario anche l'intervento dei vigili del fuoco. La notte stessa il suo cuore aveva cessato di battere, lasciando il padre a lottare, tra la vita e la morte, nel reparto rianimazione dello Spaziani. Le condizioni dell'uomo, col passare dei giorni sembravano essere migliorate, tanto da essere trasferito in altro reparto. Poi, quattro giorni fa, si è nuovamente aggravato, tanto da essere necessario il ricovero nel nosocomio romano, dove ha cessato di vivere.