Maltrattamenti in famiglia e lesioni. Sono le accuse dalle quali dovrà difendersi il trentenne frusinate P.M. All'uomo, il gip del tribunale di Frosinone, ha imposto il divieto di avvicinarsi a meno di un chilometro dalla convivente. Il fatto è accaduto in via Vado del Tufo, dove è stato richiesto l'intervento della polizia per una violenta lite in famiglia. Ad essere in difficoltà era una donna che poi avrebbe denunciato maltrattamenti, minacce e anche botte. Costretta a subire in silenzio, all'interno delle mura domestiche, ha scelto di ribellarsi e chiedere aiuto alle forze dell'ordine per uscire da una situazione per lei non più sostenibile.
Sul posto è così intervenuta una pattuglia della squadra volante, diretta dal commissario capo Flavio Genovesi. Gli agenti hanno cercato di riportare la calma, ma hanno dovuto faticare non poco. Stando alle accuse, l'uomo, nonostante la presenza degli agenti, avrebbe continuato ad inveire e a minacciare la convivente.
A quel punto è scattata una denuncia nei confronti di P.M. per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni. La donna, infatti, è stata refertata al pronto soccorso. La stessa ha poi riferito che l'uomo l'avrebbe anche stretta al collo.
Ieri, l'uomo, che è difeso dall'avvocato Tony Ceccarelli, è comparso davanti al gip del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante. L'uomo ha contestato i fatti così come sono stati ricostruiti e ha parlato di un banale litigio con la convivente.
Di fronte al fatto che i poliziotti hanno confermato di averlo sentito minacciare la donna, lo stesso si è difeso sostenendo di aver perso la testa in un momento di rabbia, ma di non aver voluto fare del male alla donna. Il giudice, tuttavia, stante la gravità dei fatti e della condotta contestata, ha deciso di imporre all'uomo un divieto di avvicinamento, figlio compresi. L'uomo dovrà restare a una distanza di almeno un chilometro.