Lo aveva detto già due weekend fa, il sabato sera della rissa innescata dalla tentata violenza sessuale nei confronti di una minorenne. Il sindaco era stato in giro, lungo il Corso, intorno alle 22.30 e aveva notato troppo ragazzini «già alticci a quell'ora». La situazione peggiora mano a mano che la notte avanza. E l'evidenza, nella piazza salotto della città è sotto gli occhi di tutti. Il nervo scoperto non è rappresentato solo dallo spaccio dilagante, ma pure dallo sballo alcolico. E a far male è la consapevolezza che, accanto a tanti ragazzi seri, altrettanti minorenni si lascino tentare dai superalcolici come fossero caramelle. «Inutile ripensare quello spazio pubblico dice il sindaco D'Alessandro parlando del progetto di rifacimento di piazza Labriola senza unire una proposta di aggregazione sociale. Nei fine settimana è necessario proporre eventi culturali che modifichino l'andazzo di quella piazza, oltre che chiedere dei presidi fissi delle forze dell'ordine.
Quello che posso fare è anche impegnarmi a chiedere al prefetto un focus su questa situazione, diventata veramente un problema serio». Poi rincara: «Lancio ancora un appello ai genitori. Lo faccio da padre: è fondamentale capire cosa effettivamente accade ai nostri figli perché rischiamo di perderne il controllo, altri ragazzini si sono organizzati così e bevono quelle nei bicchieri di carta. Clima bollente e "assuefatto".
Per fortuna, tantissimi giovani prendono indirettamente le distanze e scherzano in compagnia. Senza lasciarsi contagiare dall'insieme, per il gusto di trascorrere il sabato sera tra amici. Le due "movide", però, si mescolano e, quando passano due pattuglie della polizia lungo il Corso per vigilare, si notano i volti distesi e sereni di chi neppure se ne accorge e quelli nervosi di chi si guarda intorno per capire se hanno intenzione di fermarsi oppure no. Non è sempre così.
Oltre alle "tre piazze" ci sono pure le serate più movimentate e quelle in cui il popolo della notte sceglie altre mete.
O resta a casa tra amici. Ma è l'alcol la costante che spaventa. Come genitori dobbiamo fare qualcosa per controllare questi ragazzi quando rientrano». Poi riprende in mano il discorso sulle ordinanze. Ne ha firmate diverse, da quella sulla somministrazione dei superalcolici a quella anti-prostituzione, fino all'ultima, sulla ludopatia.
«Non possiamo diventare la città che fa le ordinanze del proibizionismo ma neppure si possono tollerare queste situazioni.
Per esempio, sull'ordinanza per il contrasto alla ludopatia ho aspettato qualche tempo prima di emanarla, volevo vedere i dati. Quando li ho visionati e ho capito che, per fare un esempio, la giocata pro-capite di Cassino è superiore a quella di Roma e di Napoli, sono caduto nello sconforto. Sto solo cercando di regolamentare queste situazioni, per quello che compete all'Ente, ma non è facile. Serve, lo ripeto, un gioco di squadra tra forze dell'ordine, famiglie e istituzioni».
Intanto, sorge il giorno e un altro weekend è alle spalle. Resta il bisogno di trovare soluzioni a un annoso problema, comune a tanti centri, amplificato a Cassino laddove la città diventa da sempre e soprattutto d'inverno il centro di ritrovo dei ragazzi del cassinate, della valcomino e finanche del venafrano e dell'alto casertano. 

Tre piazze. Tre volti differenti che mutano col mutare delle ore. La location è sempre la stessa: nel perimetro che vede uno di fronte all'altro il Tribunale e il serpentone dei bar dei portici.
Tre piazze diverse a piazza Labriola, in base all'orologio. Dalle 18 alle 22 il clima è tiepido, ragazzi e giovanissimi che passeggiano e chiacchierano. Dopo le 22 la temperatura inizia ad alzarsi, insieme al gomito! Ma è allo scoccare della mezzanotte che scompare la "favola" e inizia la cronaca dello sballo.
I locali sono stracolmi, trovare un posto a sedere è un lusso: la musica cala e regolarmente vengono servite le bevande nei bicchieri di carta. I titolari seguono l'ordinanza. E ripetono le regole quando qualcuno fa domande. Ma non tutti sono lucidi per capire. I minorenni si fanno spalleggiare dai "grandi" e chiedono l'acquisto di superalcolici. Poi, basta voltarsi un attimo, e stanno mettendo qualcosa nel bicchiere per amplificarne l'effetto. Magari una mistura di farmaci. Non serve neppure vederlo per capire che parecchi sono già ubriachi. Una ragazza dà di stomaco lungo i portici, un'altra sulle scale del palazzo di giustizia. Un giovanissimo viene spalleggiato in una via laterale, poi fa lo stesso. Un gruppetto di ragazzini lancia bottiglie nel cassonetto del vetro per sentire quel rumore fragoroso e ridere. Altri le lanciano e basta. Tutt'intorno si muovono presenze ambigue che, ben volentieri, prediligono angoli bui - magari - per passare qualche dose.
Non mancano neppure le bottiglie del supermercato: sulle scale della piazza o più in alto, altri ragazzini si sonoorganizzati così e bevono quelle nei bicchieri di carta.
Clima bollente e "assuefatto". Per fortuna, tantissimi giovani prendono indirettamente le distanze e scherzano in compagnia. Senza lasciarsi contagiare dall'insieme, per il gusto di trascorrere il sabato sera tra amici. Le due "movide", però, si mescolano e, quando passano due pattuglie della polizia lungo il Corso per vigilare, si notano i volti distesi e sereni di chi neppure se ne accorge e quelli nervosi di chi si guarda intorno per capire se hanno intenzione di fermarsi oppure no.
Non è sempre così. Oltre alle "tre piazze" ci sono pure le serate più movimentate e quelle in cui il popolo della notte sceglie altre mete. O resta a casa tra amici. Ma è l'alcol la costante che spaventa.

di: Katia Valente