L'ordinanza nata per contrastare il fenomeno della ludopatia ha fatto scalpore in città e sono in tanti quelli che sono scesi a sostegno delle disposizioni prese.
Antonio Fargnoli, presidente dell'associazione A. Ge Pio Di Meo di Cassino ha dichiarato: «È sicuramente un passo utile ma che si possa fare di più è evidente. E di fondamentale importanza puntare molto sulla prevenzione nelle scuole. L'A.Ge fa parte dell'Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e della ludopatia e abbiamo quindi un quadro abbastanza chiaro della situazione.
Ci sono percorsi finanziati dalle Regioni e dalle Asl per promuovere e organizzare attività nelle scuole per cercare di educare i ragazzi all'uso corretto del denaro. Nell'ambito di un progetto sul corretto uso del denaro abbiamo organizzato dei laboratori e abbiamo proposto agli studenti delle scuole medie dei questionari realizzati sul tema con precisi criteri. Siamo rimasti spiazzati quando abbiamo letto il test di uno studente di seconda media che alla domanda "Come spenderesti la tua paghetta di 20 euro" ha candidamente risposto " Comprerei solo gratta e vinci". Questo è ovvio che sia una reticenza culturale dell'ambiente in cui i nostri figli vivono. Non c'è differenza non ci sono analisi di genere, non è un fenomeno legato a specifiche fasce sociali. Il fenomeno è abbastanza diffuso e trasversale. Tutto nasce dal sogno di cambiare la propria condizione, la crisi economica, in alcuni casi la disperazione possono fare da leva, ma come ogni dipendenza, è fin troppo facile perdere il controllo». L'analisi fornita da Antonio Fargnoli, presidente A.
Ge, è ben dettagliata e offre spunti di riflessione. Il contrasto alla ludopatia e alle dipendenze, tra le quali anche il gioco d'azzardo, deve partire dalla scuola. Già alle medi i ragazzi hanno una visione del gioco d'azzardo come elemento della quotidianità, nel quale tutto è lecito, anche spendere tutto il denaro a disposizione per gratta e vinci. L'associazione si preoccupa da tempo di sostenere le famiglie che hanno parenti vittime del gioco grazie ai rapporti costruiti con altre associazioni sul territorio. «Particolarmente a rischio sono gli adolescenti che vivono quell'età sensibile di passaggio dall'infanzia all'età adulta, in cui vivono un periodo di volubilità emotiva che dura anni, fino a quando la persona non arriva a trovare un nuovo equilibrio (emotivo, socio-relazionale, di stabilità economica) ha spiegato Fargnoli In questa situazione di mutevolezza, l'adolescente si trova spesso in situazioni critiche che potrebbero innescare disagi personali diventando pericolosi. Forme di ansia e di insicurezza portano gli adolescenti a ricercare nel gioco motivi di stordimento, eccitazione, ma anche di vera e propria evasione dalla realtà, fino a sviluppare una patologia vera e propria, una problematica molto seria e duratura, con il rischio di conseguenze serie anche durante le vita adulta». La soluzione quindi potrebbe essere quella di "accompagnare" i ragazzi educandoli fin da bambini al valore e all'uso corretto del denaro.