Tribunale di frontiera, da potenziare. Un tribunale, quello di Cassino, cruciale che sente sulla pelle l'annessione con il territorio pontino nel passaggio di un bacino d'utenza da 200.000 a 300.000 abitanti. E che di certo è pronto a continuare a contrastare gli assalti di una criminalità organizzata e talmente vicina da continuare a scegliere il Cassinate come porto franco. Come dimostrato dagli esponenti del clan Polverino, il cui capo - Antonio Polverino, tra i cento più pericolosi - è stato catturato nei giorni scorsi nelle campagne di Sant'Angelo dopo una latitanza durata sei anni.
Di questo e dell'importanza anche del tribunale di Frosinone se n'è parlato ieri nella cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2018.
A tirare le somme è stato il presidente della Corte d'Appello di Roma, il dottor Luciano Panzani, che ha affrontato nella sua relazione il mutamento del mondo giudiziario, dalle risorse materiali all'edilizia giudiziaria passando per l'organizzazione e le priorità di una giustizia chiamata a fare i conti ogni giorno con nuovi tagli.

Il focus su Cassino

Come evidenziato nell'analisi di carattere generale che ha investito tutti i tribunali del distretto del Lazio, Cassino e Latina sono quelli che lavorano di più, poiché «hanno avuto una redistribuzione del territorio di competenza a seguito della riforma della geografia giudiziaria».
Un compito importante, che va a sommarsi alla peculiare specificità - quello di essere un presidio e un baluardo di legalità - a cui deve (anche grazie alle battaglie dell'intero territorio e dell'Ordine degli Avvocati di Cassino) la sua salvezza. «Per Cassino il numero di 11.764 procedimenti sopravvenuti è superiore al numero delle nuove iscrizioni registrato negli anni precedenti l'accorpamento della ex Sezione Distaccata di Gaeta (9.717 nel periodo 2012/2013, quindi +20%)» ha spiegato il presidente Panzani.
In generale le iscrizioni dei procedimenti negli uffici gip/gup (i dati complessivi, relativi al registro noti) risultano in calo «in quasi tutti i tribunali, con percentuali più che significative: -19% a Cassino, -42% a Frosinone, -22% a Roma e -23% a Viterbo - prosegue Panzani - Maggiormente diversificato nel distretto il dato sulle definizioni, per il quale risultano tribunali con incrementi significativi (Cassino e Viterbo) mentre in quasi tutti gli altri le definizioni diminuiscono». Un dato, questo, che non può non tenere conto delle archiviazioni aumentate negli ultimi due anni del 10% nel distretto giudiziario con una diminuzione del 51% tra i due periodi (2015/2016 e 2016/2017) per Frosinone e un +33,2% di variazione tra i due periodi guardando i dati di Cassino.

Il tribunale di Frosinone

In quasi tutti i tribunali del distretto, con l'eccezione di Frosinone, risultano in aumento le pendenze, come conseguenza di «una generalizzata diminuzione delle definizioni. Gli uffici in cui tale aumento è maggiormente significativo sono Cassino (+11%), Rieti (+18%), Roma (+21%) e Tivoli (+20%).

L'OMICIDIO DI EMANUELE MORGANTI
Per ciò che concerne l'ufficio gip, poi, il tribunale di Frosinone ha fatto fronte «ai gravosi compiti conseguenti all'esecuzione dell'omicidio di Emanuele Morganti, che ha avuto enorme risonanza nella cronaca nazionale, avendo occupato per molti giorni le prime pagine dei principali organi di informazione italiani. Infatti il 25 marzo 2017 - si legge ancora nella relazione - nei pressi di una discoteca di Alatri, un gruppo di persone, in nessun modo ostacolato dalle numerose persone presenti sul luogo e nel momento dei fatti, si rendeva responsabile di una violentissima e reiterata azione lesiva nei confronti di un giovane della zona, che decedeva in conseguenza delle lesioni personali patite. Per tali fatti sono state emesse quattro misure cautelari personali, ancora in corso di esecuzione, ed è prevedibile un lungo e complesso processo in Corte di Assise».