Non solo richieste di protezione. Mauro Carfagna, l'imprenditore di Ceccano finito agli arresti nell'operazione della Direzione distrettuale antimafia che ha decapitato il clan Spada, è accusato di aver fatto entrare progressivamente gli Spada nelle sue società. Per il gip che ha firmato l'ordinanza di arresto di trentadue persone, «è di tutta evidenza... che le dazioni mensili operate dal Carfagna non possano considerarsi espressione di una richiesta esattiva, per imprecisate attività di controllo...
ma che si tratti di una lenta,inesorabile insinuazione,di un'appropriazione che rende del tutto fittizia l'originaria titolarità dell'impresa, che diviene, appunto, titolarità apparente». Il gip poi afferma che «non vi erano elementi, al momento delle intercettazioni, per ritenere un inserimento del clan anche nelle proprietà frusinati».
Il riferimento è alla richiesta di protezione, avanzata al clan Spada per una sala giochi di Frosinone, frequentata da esponenti dei Di Silvio che arrecavano disturbo in sala. Nell'ordinanza, si dice di Mauro Carfagna «che, essendo formale socio e amministratore della Romana videogiochi società cooperativa, è davvero la tipica testa di legno, il soggetto che compare, il riferimento fittizio di un'attività i cui profitti virano verso gli Spada, destinati a non comparire nell'habitus ufficiale dell'impresa».
Il gip sottolinea che la società «è stata costituita nel 2008, ossia ben prima dell'intervento predatorio degli Spada, e vede Carmine Spada detto Romoletto subentrare lentamente a Mauro Carfagna. In sintesi... è un'insinuazione che rende fittizia l'intestazione preesistente». Tale società gestiva due sale slot a Ostia. Per l'accusa gli amministratori di fatto erano i fratelli Ottavio e Vittorio Spada. Vicenda, in parte diversa, è quella della New slot room, nata il 20 marzo 2014, «sicché scrive il gip non ricorre un'insinuazione fattuale degli Spada in un'impresa preesistente... ma ... la creazione ex novo di un soggetto societario del tutto apparente, quanto a titolarità e gestione». Anche in questo caso in base agli accertamenti il socio occulto sarebbe "Romoletto". La società gestiva una sala slot a Roma in via degli Ubertini con il bar. Dalle intercettazioni salta fuori il tentativo di trovare nuovi soci, «sia immediatamente prima che, a fortiori, dopo l'uscita di scena di Mauro Carfagna, arrestato in data 29 luglio 2016, e perciò destinatario di un provvedimento di revoca delle licenze».
Ecco allora, nel quadro dipinto nell'ordinanza di custodia, che «è di tutta evidenza che Carfagna non puo dirsi il semplice beneficiario di un'attività di protezione resa contro lucroso corrispettivo da un soggetto terzo ma ha consentito l'accesso fattuale alle sue imprese: le sue condizioni di difficoltà hanno legittimato l'insinuazione inesorabile di Spada nelle sue sale giochi ed hanno creato in capo a lui poteri gestori e acquisitivi in una situazione che infine vede i due coesi in un unico sodalizio criminoso con ruoli gerarchicamente ben distinti ma senza il benché minimo dissenso di Carfagna rispetto alle prospettive delinquenziali rappresentate da Spada e dal suo clan». A riprova di ciò il magistrato cita un'intercettazione in cui Ottavio Spada vuole prendersi il bar della sala slot di Roma.
«Alla fine melo prendo il baretto captano il dialogo gli investigatori con due sacchi entro... non faccio un c. mi prendo tutto quanto... Metti caso che oggi domani non vendo un c...e ... c'ho i banconi!C'ho la macchina del caffè...c'ho la lavastoviglie..
che non ce li faccio due sacchi con quella roba? no?». I due sacchi sarebbero ventimila euro. Dalle indagini emerge anche che Ottavio Spada consegna del denaro a una dipendente della sala giochi per l'ordinaria gestione. Interviene sui dipendenti, minacciando il licenziamento. Ma Ottavio viene arrestato, allora gli subentra il fratello Vittorio. Dietro per l'accusa c'è sempre Carmine, pur se ristretto anch'egli. E appena scarcerato si preoccupa di contattare Carfagna «e senza mezzi termini gli chiede di portargli del buon vino, dieci litro di bianco e dieci di rosso». Subito dopo, Carfagna, preoccupato, chiama una collaboratrice per sapere se ha fatto il bonifico. Il vino, secondo gli investigatori, non è che il denaro.
L'inchiesta
Il clan degli Spada sulle slot, le intercettazioni dell'Arma
Frosinone - Nell ’inchiesta il ceccanese che voleva prima protezione e poi si è trovato gli Spada nelle società. La contestazione è di far parte di un’associazione di tipo mafioso
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