L'"Eclisse" sul clan Spada ha oscurato il sole sugli affari che dal litorale di Ostia coinvolgevano anche la Ciociaria. Dopo l'aggressione alla troupe del programma Nemo di Rai2 l'attenzione sugli Spada è salita ai massimi. E ieri sono scattati gli arresti. Sono trentadue le ordinanze di custodia in carcere, eseguite da carabinieri e polizia,richieste dalla Direzione distrettuale antimafia, e firmate dal gip del tribunale di Roma Simonetta D'Alessandro. Agli arresti, per la prima volta per associazione mafiosa, ci sono i componenti del clan Spada di Ostia e i loro collaboratori.
Nell'elenco dei destinatari della misura (tra i quali Carmine, Armando, Ottavio, Massiliano, nonché Roberto Spada) c'è anche un ciociaro. Si tratta del ceccanese Mauro Carfagna,nato a Roma, 42 anni, gestore di diverse sale slot a Ostia. In precedenza era già stato arrestato il 29 luglio 2016, in un'altra inchiesta anche in quel caso su Ostia. Nell'ordinanza di custodia cautelare di ieri a Carfagna sono contestate tre imputazioni: la prima è di associazione mafiosa perché -scrive il gip- lo stesso e altri due coindagati «partecipavano all'associazione, essendo operativi, prevalentemente, nel settore del controllo delle sale giochi per conto dell'organizzazione». A Carfagna, insieme a Carmine Spada detto Romoletto, Ottavio Spada detto Marco e Vittorio Spada detto Manolo è contestato il, trasferimento fraudolento di valori perché Carfagna «quale socio e amministratore della Roma slot, società cooperativa», con sede a Ceccano «al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, in concorso e previo concerto tra loro», attribuivano, per l'accusa «fittiziamente» a Carfagnala titolarità esclusiva di due sale slot a Ostia Lido. Con il passare del tempo gli Spada avrebbero assunto un ruolo sempre più preponderante fino ad «assumere la qualità di socio occulto» e Ottavio e Vittorio Spada anche il ruolo di amministratore di fattoIl tutto con l'aggravante del metodo mafioso.
La terza accusa, identica alla seconda, sempre allo scopo di eludere le norme sulle misure di prevenzione patrimoniali, "Romoletto"Spada e Carfagna, il primo socio occulto, il secondo socio e amministratore della New Slot Room, con sede a Roma, attribuivano, sempre secondo le accuse, «fittiziamente» al ceccanese la titolarità esclusiva della sala da gioco di via degli Ubertini a Roma, mentre l'altro assumeva il ruolo di socio occulto e amministratore di fatto. Nell'ordinanza il gip richiama la precedente vicenda giudiziaria che aveva coinvolto Carfagna con un primo dirigente della polizia, per evidenziare come «appare sintomatica e chiarificatrice delle modalità con le quali il clan Spada si inserisce in attività imprenditoriali preesistenti, sia per impossessarsene (o quanto meno per incidete direttamente nella sua gestione) sia, evidentemente, per riciclare il denaro provento delle altre illecite attività poste in essere dalla stessa associazione». Nel corso delle intercettazioni, gli investigatori evidenziano la «contiguità» tra Carfagna ed alcuni esponenti della famiglia Spada. Sulla base di alcune conversazioni telefoniche e ambientali è emerso -scrive il gip- «come gli Spada si atteggiassero come veri e propri soci occulti nelle formali attività del Carfagna, attività riguardante il noleggio delle macchinette e la gestione di alcune sale slot». Ma non solo. Nell'ordinanza si dà atto che «è più che probabile che Spada (Ottavio detto Marco, ndr) sia l'autore di apporti finanziari, sia il reale dominus di un'attività non ostensibile come facente capo a lui, operi avendo il paravento di Carfagna e la certezza della disponibilità dei suoi finanziamenti».
Dopo l'arresto di Carfagna, emerge l'esigenza del clan di proseguire l'attività e garantire la riapertura delle sale. E gli Spada arrivano a minacciare Carfagna, quando questi è ai domiciliari per chiedere la liberatoria per il passaggio della licenza. «I domiciliari non è che gli durano a vita eh! prima o poi esce eh!», dice uno degli inviati a Carmine Spada. Ciò per il giudice è la dimostrazione della «volontà di riattivare le sale da gioco ex Carfagna chiuse dopo il suo arresto, attraverso nuovi soggetti giuridici». E i due emissari arrivano a Frosinone il 12 ottobre del 2016.
Intercettati dicono: «se sbrigasse a firma' perché... hai fatto...hai fatto i danni... davvero...fino alla Russia hai fatto i danni». E Carmine Spada replica: «Se firma...favorisce un'altra situazione».
L'Inchiesta
Scacco al clan Spada: anche un ceccanese tra i trentadue arrestati. Ecco chi è
Frosinone - Coinvolto Mauro Carfagna, 42enne ceccanese, titolare di sale slot a Ostia. Al sodalizio viene contestato il reato di associazione di tipo mafioso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Segnala Notizia
Vuoi segnalare situazioni di degrado nel tuo comune? Un incidente? Una sagra di paese? Una manifestazione sportiva? Ora puoi. Basta mandare una foto corredata da un piccolo testo per e-mail oppure su Whatsapp specificando se si vuole essere citati nell’articolo o come autori delle foto. Ciociariaoggi si riserva di pubblicare o meno, senza nessun obbligo e a propria discrezione, le segnalazioni che arrivano. Il materiale inviato non verrà restituito
E-MAIL WHATSAPP