Inquinamento, ancora uno sfregio al fiume Sacco, al suo ecosistema e a coloro che, sul territorio di questa Valle, vivono. HCH, una sigla che sta per esaclorocicloesano. Ha contaminato le acque superficiali del fiume Sacco. I prelievi risalgono al 2016 e sono stati effettuati nelle stazioni di Falvaterra, Segni, Anagni, Colleferro e Ceccano. E il valore massimo è stato riscontrato proprio nel tratto fabraterno: 0,118 microgrammo/litro. A metterlo nero su bianco è stato l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, facendo seguito alla richiesta, con carattere d'urgenza e datata 7 dicembre 2017, dell'amministrazione Caligiore in cui si chiedeva un parere tecnico relativamente alla presenza di pesticidi nel fiume Sacco, nello specifico «la presenza di un fitofarmaco strutturalmente simile e chimicamente affine al Dicofol, pesticida riconosciuto come potenziale agente cancerogeno».
«Per quanto riguarda il fiume Sacco si dispone di informazioni relative a cinque stazioni», appunto Falvaterra, Ceccano, Segni, Anagni, Colleferro e «delle diverse sostanze cercate nel 2016 è stato trovato sempre l'esacloricloesano (HCH)», aggiungendo che «il pesticida Dicofol non risulta cercato nella rete di monitoraggio della Regione» e che «l'HCH è stato riscontrato in tutte le cinque stazioni, in quattro di queste a livelli superiori agli SQA (standard qualità ambientali ndr)» scrive l'Ispra nel parere dell'11 gennaio 2018. «Il valore massimo, pari a 0,118 microgrammi/litro è stato riscontrato nel comune di Ceccano» specificando che «non si hanno informazioni sulla presenza di contaminazioni delle acque sotterranee nell'aree del bacino del fiume». Ma l'Ispra sottolinea un dato ben più grave, ossia che «l'uso della sostanza come pesticida è vietato da diversi anni, la contaminazione è probabilmente da attribuire ad altra fonte diversa da quella agricola». Ciò porta l'Istituto a ipotizzare «la presenza di una possibile fonte di rilascio puntuale». Industrie? Possibile. L'Ispra conclude che «lo stato di contaminazione riscontrato comporta un rischio inaccettabile per gli ecosistemi presenti nel corso d'acqua. A causa delle altre caratteristiche di pericolo dovrebbe essere evitata l'esposizione dell'uomo che potrebbe avvenire attraverso l'ambiente. In particolare le caratteristiche di distruttore endocrino, indicano che non esiste una soglia di sicurezza accettabile per le concentrazioni». Conclusioni che non fanno certo dormire sonni tranquilli a nessuno.