Funerali difficili da celebrare, e non perché il suicidio rappresenti la ragione per la negazione delle esequie. I funerali che verranno celebrati questa mattina, quelli del cinquantatreenne che si è tolto la vita in chiesa dopo le pesanti accuse di violenza nei confronti della figlia, sono complessi nella misura in cui non solo la religione, ma più in generale gli uomini, devono smarcarsi da giudizi e da posizioni. E in un contesto in cui dove ogni certezza è ormai seppellita dalla negazione della vita, riflettere su una vicenda del genere appare quasi impossibile. Forse plausibile solo per persone di fede.
Nonostante lo sgomento,nonostante la consapevolezza di una tragedia che appartiene a ogni famiglia, a ogni genitore chiamato a spiegare ai propri figli cosa sia accaduto nell'incertezza assoluta su come poter riferire una verità mai svelata, le polemiche non sono venute meno. E neppure l'attenzione mediatica.
Anche ieri mattina le telecamere dei maggiori network nazionali hanno presidiato il tribunale e la procura che mai più di oggichiede silenzio, hanno percorso in lungo e in largo le strade di Roccasecca in cerca di persone disposte a parlare e a sintetizzare ciò che in realtà non può essere conoscibile se non nell'intimità di una famiglia. Creando, diritto di cronaca permettendo, l'ennesimo immenso danno. Che della tragedia di Roccasecca si siano interessati il Garante per la Privacy, un Ordine forense e una Camera penale non è poca cosa: l'interrogativo su come sia stata gestita la notizia è più che giusto.
La "caccia alle streghe", però, laddove tutte le istituzioni e il sistema civile hanno evidentemente fallito, appare ancor più aberrante. Restano sul caso troppi dubbi e la necessità tecnica, con la morte dell'indagato, di chiudere il fascicolo aperto sui presunti abusi nei confronti della figlia minorenne. Insieme all'impotenza per tanti genitori di poter collocare tutto questo in un contesto e offrire rassicurazioni e fiducia ai propri figli.
I riscontri
Che non si sia fatto abbastanza è più che lampante. I riscontri sul perché ci sia stato un vuoto tanto importante sembrano prioritari. Senza salvare l'informazione, secondo step di una filiera in cui nessuno può dirsene fuori.
Ma filosofia a parte, restano aperti ancora molti interrogativi suuna vicenda che ha assunto i toni della tragedia.
L'accertamento sul corpo del cinquantaquattrenne, trovato senza vita lunedì mattina da un passante è stato ultimato martedì sera, intorno alle 23.30: ad eseguire gli esami il dottor Mariani."Morte per asfissia meccanica" verrà stabilito, confermando che a cagionare il decesso sia stata l'impiccagione.L'indagato, destinatario di una misura cautelare che gli faceva espresso divieto di avvicinarsi a 1000 metri da moglie e figlie (e ovviamente dalla casa familiare), era in attesa che fosse fissato un incidente probatorio per ascoltare la minore.Quelle terribili accuse sono saltate fuori da un compito in classe in cui la ragazza ha raccontato di presunti abusi iniziati nel mese di maggio e andati avanti per sei o sette volte.
Assistito dall'avvocato Di Tano, l'uomo aveva deciso di non sostenere l'interrogatorio di garanzia, pur dichiarandosi estraneo a ogni accusa. «C'era tutta la volontà di collaborare con la magistratura e di dimostrare la sua innocenza» ha ribadito più volte l'avvocato Di Tano. Domenica pomeriggio, però, il cinquantatreenne si è allontanato e si è tolto la vita scegliendo uno dei luoghi simbolo per il territorio e la cristianità.