Al via il processo per la morte di Valentina De Castro, 30 anni, di Morolo, vittima di un investimento che si è verificato nel 2015 a Ferentino. Con il fidanzato stava raggiungendo una pizzeria in via Stazione. Un'auto, condotta da S.C.
24 anni di Ferentino, la travolse provocandole gravi ferite che la condussero prima alla morte cerebrale e poi al decesso.
Venerdì scorso la prima udienza durante la quale sono state ammesse le prove. Si tornerà in aula il prossimo 15 giugno per sentire i primi due testi. Intanto la madre della giovane si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Marco Antonio Ottaviani. L'investitore, che si è subito fermato quando è avvenuta la tragedia, è difeso dall'avvocato Emanuele Incitti.
Quella sera del 22 maggio Valentina non ha fatto più ritorno a casa. Ferite meno serie per il fidanzato di Frosinone, anche lui coinvolto nell'incidente. Troppo gravi, invece, quelle riportate dalla trentenne, trasferita al policlinico Umberto I di Roma, dove è poi deceduta. I genitori hanno dimostrato anche enorme sensibilità e amore verso il prossimo acconsentendo alla donazione degli organi. Valentina era molto conosciuta a Morolo e non solo.
A ottobre del 2014 aveva conseguito la seconda laurea in Farmacia, dopo quella in Biologia, con il massimo dei voti.
E proprio il tratto dove è avvenuto l'incidente è stato oggetto, insieme a quello della Casilina dove mesi fa sono morti due motociclisti, marito e moglie residenti a Cassino, di una petizione per la messa in sicurezza, su proposta dei consiglieri comunali Maurizio Berretta, Marco Valeri, Marco Maddalena e Gianni Bernardini. E sulla questione è tornato nei giorni scorsi proprio il consigliere Berretta bacchettando l'amministrazione comunale. «L'assise civica ha deciso, in modo unanime, a novembre scorso, gli interventi di messa in sicurezza dei due tratti stradali, ma ad oggi non vi è traccia alcuna di nessun intervento. Possiamo capire che per quanto riguarda gli interventi straordinarie strutturali richiesti, ci sia bisogno di tempo, ma di certo è inammissibile, che per quanto riguarda almeno la disostruzione delle cunette e fossati laterali, il rifacimento della segnaletica orizzontale, il semplice taglio dell'erba o la sostituzione della segnaletica verticale divelta, ci sia la latitanza più completa».