Una famiglia divisa per una eredità milionaria. Un fratello in guerra con l'altro per le suddivisioni decise dal padre. I due finiscono quasi subito ai ferri corti il passo per il tribunale è breve. Poi un giorno durante una festa di famiglia, uno dei dà in escandescenza asserendo di avere difficoltà ad entrare in casa, i due fratelli infatti hanno le case una accanto all'altra e gli ospiti della festa erano nel giardino.
Uno scatto d'ira e volano minacce, uno dei due urla che sarebbe entrato in casa per prendere una pistola e avrebbe sparato a tutti. Una scena deplorevole che si è svolta davanti agli occhi di bambini anche molto piccoli.
Il fratello vittima dell'aggressione, assistito dagli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola, denuncia l'episodio alla polizia. Ne nasce un procedimento penale a carico del fratello che aveva avuto lo scatto d'ira. Dopo alcuni mesi però il fratello fumantino decide di presentare una querela di controparte, spiegando invece di essere stato lui la vittima e che sarebbe stato proprio il fratello ad impedirgli il passagio e a insultarlo rendendogli di fatto impossibile il rientro a casa. Ne nasce un ulteriore procedimento penale a carico del fratello e della moglie che stavano dando la festa. Venerdì il giudice del tribunale di Cassino ha pronunciato la sentenza, un'assoluzione in formula piena. Grazie anche alle testimonianze gli avvocati Salera e Marandola hanno dimostrato che le cose erano andate in realtà come registrato nella denuncia fatta agli agenti di polizia il giorno stesso dei fatti. Ma la storia non finisce qui e la faida andrà ancora avanti in aula.