Violenza sessuale sulla figlia minorenne. È questa l'accusa, terribile, mossa a un pubblico dipendente del Cassinate di cinquant'anni, nei cui confronti il giudice Scalera ha emesso la misura di divieto di avvicinamento alla casa familiare, con l'applicazione anche del braccialetto elettronico. La vicenda, molto delicata, abbisogna di tutti i condizionali del caso e di ogni misura necessaria a garantire l'anonimato della (presunta) vittima e dello stesso indagato. In base alle primissime informazioni trapelate dopo la misura cautelare emessa del tribunale di Cassino, sembrerebbe che le attenzioni "particolari" nei confronti della ragazza da parte del padre siano iniziate la scorsa estate. Attenzioni che, stando sempre alle accuse, sarebbero divenute  pian piano qualcosa di più di una normale forma di protezione nei confronti della ragazzina, minore di 16 anni. a
Il compito in classe
È un tema svolto a scuola a far scattare il campanello d'allarme. Un tema in cui, stando sempre alle prime informazioni, la ragazzina avrebbe raccontato cose che non avrebbe avuto il coraggio di dire alla madre o ad altri familiari. E in quelle righe, dove non ci sarebbe stata mai l'esplicita allusione a rapporti veri e propri quanto segnali in grado di offrire a un lettore esperto input ben precisi, il sospetto più grave: quello di probabili abusi perpetrati non solo su una ragazzina ma da un padre sulla sua figlia più piccola. Sarà per questo che nella correzione del compito in classe in questione il professore ha percepito ciò che restava sospeso, ha colto quel non-detto su cui ora sono aperti mirati accertamenti. E ha coinvolto il dirigente scolastico dell'istituto di Cassino che non ha esitato neppure un momento a chiedere l'aiuto del Commissariato di Cassino: una collaborazione immediata. Gli uomini del dottor Tocco hanno aperto indagini mirate a capire quale fosse la situazione, ascoltando dapprima la minore - che ha riferito di più episodi registrati durante l'estate - poi anche altri studenti per ricostruire in modo completo il quadro. Intanto l'uomo, che nega ogni addebito, è stato sottoposto la scorsa settimana a interrogatorio di garanzia, scegliendo di non rispondere. Ora si attende la fissazione dell'incidente probatorio: l'unico istituto in grado di assumere anticipatamente i mezzi di prova, rappresentando una garanzia per la parte offesa (rappresentata dall'avvocato Emanuele Carbone) e dello stesso indagato, pronto a dimostrare la sua innocenza. Tutto questo, ovviamente, con le cautele richieste da un caso simile.