Tutti in marcia a piedi da via Ponte La Pietra in direzione del Commissariato in via Ausonia. Oltre cinquanta richiedenti asilo, uomini, donne, ragazzi e una giovane con il figlio di appena quindici giorni avvolto in un telo e legato alla schiena, sono andati a chiedere aiuto agli agenti di polizia del vice questore Alessandro Tocco. Non è la priva volta che questi ragazzi denunciano questa situazione critica. «Non abbiamo cibo a sufficienza, le razioni sono minime, non ci consegnano i pocket money e abbiamo freddo», queste le principali lamentele. Poi a parlare con qualcuno di loro in maniera più approfondita vengono fuori delle storie ben più drammatiche, c'è un ragazzo che da settimane ha un dolore al dente, è andato all'ambulatorio Multietnico e il medico non ha potuto fare nulla perchè il ragazzo non era stato sottoposto allo screening sanitario.
C'è una giovane mamma con il suo bimbo di quindici giorni, non parla italiano, è sola e ha paura, alcune poliziotte le hanno offerto bevande calde e generi di primo conforto. Nessuno di loro ha mai frequentato corsi di lingua necessari per l'integrazione. La protesta è esplosa perchè oltre a tutte le criticità e disagi quotidiani in cui questi giovani sono costretti a vivere, da alcuni giorni è stata eliminata anche la connessione wi-fi impedendo di fatto il collegamento con i familiari rimasti nei paesi d'origine. Nella struttura vivono uomini, donne e bambini, tutti insieme, una sistemazione promiscua che andrebbe invece gestita in maniera del tutto diversa. Mentre i ragazzi sostavano nel parcheggio del Commissariato, la polizia scientifica ha proceduto ad un'ispezione nella struttura e ha parlato con i gestori presenti. «Questi ragazzi sono tranquillissimi, vogliono solo ascolto ha spiegato il dottor Tocco stiamo raccogliendo la loro denuncia, abbiamo già allertato la Prefettura. Nei prossimi giorni si provvederà a una riassegnazione. Sono persone e meritano rispetto». Quasi tutti gli episodi di protesta arrivano da profughi ospiti della stessa cooperativa. I responsabili sono stati convocati in Prefettura.
La dottoressa Zarrilli vuole capire cosa sta accadendo e non esclude la revoca dei contratti.