Sequestrata la caldaia dell'Imar Conte Srl, fabbrica di arredi e complementi d'ufficio con stabilimento in contrada Settignano ad Atina.Tra i motivi alla base del provvedimento, la constatazione dell'emissione oltre i limiti consentiti di particelle che venivano espulse insieme ai fumi. A mettere i sigilli alla caldaia (sequestro ordinato dalla procura della repubblica di Cassino) è stata la polizia municipale di Atina insieme ai militi della locale stazione dei carabinieri. Tutto nacque proprio un anno fa quando diverse segnalazioni di cittadini residenti nella contrada Settignano fatte al comando di polizia locale di Atina facevano presente frequenti emissioni di fumo di colore molto scuro provenire dalle immediate vicinanze dello stabilimento. Per avere certezza che la segnalazione dei residenti fosse degna di attenzione furono scattate foto nelle quali era palese l'uscita dalle ciminiere di denso fumo scuro e furono contattati i cittadini con residenza nei pressi della fabbrica che ammettevano le "continue emissioni di fumo nelle ore mattutine e serali accompagnate da odori sgradevoli" come riportano i relativi verbali. In seguito fu contattata l'Arpa Lazio di Frosinone che nel luglio scorso si recò sul posto per assumere notizie, informazioni ed effettuare i controlli di rito: furono presi in esame le emissioni di fumo, le condizioni di esercizio relativamente ai rifiuti solidi e liquidi e gli scarichi industriali. Successivamente l'indagine ispettiva passò alla procura della repubblica di Cassino che esaminò le carte e i risultati prodotti dai sopralluoghi effettuati dalla polizia locale e dai carabinieri di Atina e dall'Arpa Lazio di Frosinone. Saltò subito all'occhio come i valori dei fumi registrati dagli strumenti erano di gran lunga superiori a quelli imposti dalle norme a riguardo. Accertato che le segnalazioni dei residenti corrispondevano al vero, ieri, come detto, il sequestro della caldaia, mentre il resto dello stabilimento resta libero di operare. Tuttavia, la caldaia è il fulcro intorno al quale ruota l'attività dell'azienda: chiusa la caldaia l'impianto cessa di produrre. Per questo si temono ripercussioni sui posti di lavoro (sono 12 gli addetti) tuttora operanti nello stabilimento.