L'appuntamento è per lunedì prossimo. E in quella data che si deciderà di calendarizzare i successivi confronti. Di certo, quello che avrà luogo lunedì tra i consulenti delle difese degli indagati per la morte di Serena Mollicone (l'ex comandante Mottola, sua moglie e suo figlio; i sottufficiali Suprano e Quatrale) e il Ris di Roma, è un importante punto di partenza che sancisce una verità granitica: ogni pista resta aperta. Così come dovrebbe essere in ogni indagine affrontata con criterio scientifico.
In quella sede, dunque, avverrà il primo fondamentale confronto sui risultati richiesti dalla procura, relativi ai nuovi esami sui tamponi eseguiti sugli abiti di Serena e sullo scotch utilizzato per legarla. Quelle microtracce che potrebbero confermare o confutare ipotesi, che potrebbero far crollare le linee tratteggiate dall'anatomopatologa Cattaneo o aprire altre prospettive. Gli inquirenti sono fiduciosi, l'impulso dato dai nuovi accertamenti fa ben sperare. Sotto la lente «tutti gli elementi utili» come indicato dalla procura: tutti vuol dire non escludere neppure la presenza della vernice della porta "incriminata" (quella dell'alloggio della caserma già finita nelle mani degli investigatori) sullo scotch. L'unico vero limite, questa volta, è la data del 17 marzo, termine ultimo della proroga.
Per quanto riguarda l'indirizzo seguito dal criminologo Carmelo Lavorino, consulente della difesa di Suprano (assistito dagli avvocati Rotondi e Germani), sarà sempre nella sede del confronto col Ris che verrà valutata l'opportunità di procedere - sia a breve che a lungo termine - e soprattutto come. «Con una vera e propria "chiamata alle armi" di tutti coloro - sottolinea il dottor Lavorino - di tutto il pool che fece assolvere Belli».