È ancora guerra. L'aria che si respira davanti ai cancelli dell'Ideal Standard di Roccasecca è ancora di dubbio: sono tanti gli "schiaffi" che i lavoratori negli anni hanno ricevuto e ora non credono a qualche carezza. Sanno che la multinazionale ha confermato la volontà di cessare la produzione e chiudere lo stabilimento ma vedono qualche spiraglio in un nuovo imprenditore interessato al sito di Roccasecca. A confermare questo interesse è stato direttamente il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, durante il vertice al Mise. Il nome al momento resta top secret ma c'è. I lavoratori si muovono con i piedi di piombo, la data fissata per la fine della procedura di mobilità resta fissata al 13 febbraio 2018. La risposta arrivata dalla Ideal Standard nel pomeriggio di venerdì a margine dell'incontro al Mise da più parti, soprattutto dai sindacati, è stata definita molto ambigua. Ideal Standard si è resa disponibile a valutare il percorso aperto al Mise con il coinvolgimento di Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, di proprietà del Ministero dell'Economia) e «si riserva di dare un giudizio più approfondito nell'incontro che il ministro stesso ha fissato fra quindici giorni per condividere con azienda e parti sociali l'avanzamento delle trattative con il potenziale nuovo investitore». Ma nella nota non ha fatto alcun cenno alla possibilità di congelare la procedura di mobilità fino al 30 marzo: ovvero la data chiesta dal ministro Calenda, per avere più margini per permettere a un imprenditore locale interessato allo stabilimento di presentare un eventuale piano industriale. Altro aspetto fondamentale sul quale il ministro è stato perentorio: chiudere la vicenda entro le prossime elezioni, non oltre. A rappresentare la multinazionale l'ad Ideal Standard Italia Ireneo Vottre e il vicepresidente Stefano Socci; a rappresentare i lavoratori il ministro Calenda, il vice ministro Bellanova, il presidente della Regione Lazio Zingaretti, l'assessore regionale al Lavoro Valente e i sindacati nazionali e territoriali. «Di fronte al diniego della società - ha affermato Zingaretti dopo il vertice - abbiamo segnalato che c'è un possibile e buon investitore credibile, finanziariamente solido e innovativo nel prodotto che potrebbe rilevare il sito. Su questo la Regione, il Governo e Invitalia faranno di tutto per rilanciare questo sito produttivo».
Le parti si incontreranno sempre al ministero dello Sviluppo Economico tra 15 giorni. Ma le manifestazioni dei lavoratori non si arrestano. I segretari generali di Ugl Chimici, Femca Cisl, Filtcem Cgil e Uiltec Uil Enzo Valente, Antonella Valeriani, Sandro Chiarlitti e Mauro Piscitelli hanno convocato per domani l'assemblea in fabbrica per decidere con i lavoratori le prossime mosse e poi ci sarà un nuovo sciopero generale di 8 ore (prima del secondo incontro al Mise).