Sono tre consulenti del Ris di Roma quelli incaricati ieri mattina dalla procura per eseguire l'analisi chimica richiesta sui tamponi eseguiti sugli indumenti indossati da Serena Mollicone e sul nastro adesivo con cui era stata legata. Anzi, impacchettata. Il compito affidato a Della Guardia, Casamassima e Scatamacchia è quello di evidenziare eventuali microtracce che 17 anni fa non vennero isolate. E che oggi potrebbero raccontare ben altra verità.
La professoressa Cattaneo, incaricata di redigere la dettagliata relazione dopo gli esami condotti al Labanof di Milano, dove Serena era stata condotta dopo la riesumazione, aveva parlato di una «batteria di analisi» da eseguire. Per non lasciare nulla al caso. In passato era più volte stato ipotizzato che il cadavere di Serena fosse stato conservato in luogo diverso dal bosco dell'Anitrella, dove è stato trovato. A scavare il solco in cui innestare questa nuova direttrice, il rinvenimento recente (proprio al Labanof) della presenza di tracce di ferro e altri metalli prodotti da scintille. Oltre a quelli "botanici" gli unici «elementi di interesse», cioè da approfondire, «sono quelli rinvenuti sugli indumenti della Mollicone, in particolare nelle sedi apparentemente imbrattate e per questo studiate» scriveva ancora la Cattaneo.
Il riferimento alle calze, su cui sarebbe stata rilevata la presenza di ferro, cromo, nichel e rame; quello ai fuseaux, con tracce di cerio, piombo e lantanio dettano un tempo e una direzione ben precisa: se il cerio e il lantanio, in particolare, appaiono direttamente collegati alla generazione di scintille, non reggerebbe più la sola ipotesi di blindare la morte di Serena nella caserma. Se la lite o la violenza - ed è bene continuare a restare nel campo delle ipotesi - potrebbero essere avvenute all'interno degli alloggi, così come tratteggiato sino ad oggi nelle ricostruzioni (seppur parziali) e così come blindato dalla procura con le ultime iscrizioni nel registro degli indagati, il corpo potrebbe essere stato quindi spostato in una zona in cui questi metalli sono presenti. Un'immagine suggestiva che troverà conferma o smentita solo nell'indagine comparativa in corso.
Gli elementi botanici rappresenterebbero, a questo punto, non più il secondo tassello ma un terzo anello della terribile spirale di violenza che ha portato alla morte di Serena. Dove potrebbe essere finita Serena, forse ancora in vita, prima di essere trasportata nel bosco dell'Anitrella? E chi potrebbe mai aver fatto questo?
Le indagini, che a marzo dovrebbero trovare un loro naturale compimento nella fine della proroga, serviranno a questo: a dare un'univoca interpretazione a ciò che portò alla morte la giovane studentessa di Arce. Ora che il nuovo impulso investigativo - che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di altri due sottufficiali (Suprano e Quatrale) per ipotesi differenti - insieme all'ex comandante di Stazione Mottola, a sua moglie e suo figlio. Ora che la scienza può immortalare quelle microtracce in grado, oggi, di fare la differenza.