Il tartufo è uno degli ingredienti più prelibati nella gastronomia. Primi, secondi o anche antipasti: con questo fungo ipogeo è possibile deliziare i palati. Ne esistono varie tipologie e, in base alla qualità, cambia anche il prezzo. Nel Lazio esistono nove specie di tartufo e per la loro ricerca si utilizzano dei cani appositamente addestrati. Come nel caso della raccolta del tartufo bianchetto o marzuolo (duecento euro al chilo circa) la cui stagione si aprirà lunedì 15 gennaio. A questo proposito il Movimento Animalista, coordinato in provincia di Frosinone da Alberto D'Orazio lancia un grido d'allarme: «Tra pochi giorni si aprirà la stagione del tartufo bianchetto (tuber borchii), un piccolo tesoro che la terra ci regala. Per i cani la ricerca delle preziose pepite rappresenta una gioia perché hanno la possibilità di uscire dai loro recinti ed essere a contatto con la natura. Correre e cercare che è un loro istinto naturale. E questo fino a quando segnalano la presenza del tartufo al proprietario il quale, successivamente, provvederà all'estrazione. Ma c'è un risvolto drammatico. Alcune persone, per proteggere i "loro posti" da altri cercatori, eliminano il sistema di ricerca che, in questo caso, è il cane. L'animale se fortunato muore in pochi minuti. Per questo macabro scopo "i soliti ignoti" preparano delle polpette con il veleno oppure mettono all'interno chiodi, vetro e altro materiale atto a ferire, tagliare e dilaniare le viscere dei cani». Il Movimento Animalista, ricordando che l'uccisione di animali senza ragione è sanzionato da una norma penale, per evitare che i cani vengano uccisi dai bocconi avvelenati chiede agli organi di competenza una soluzione del problema e maggiori controlli.