Quanti stanno affrontando un momento di disagio possono riscontrare simultaneamente diverse cause di impoverimento, come ad esempio la perdita del lavoro può portare un problema abitativo, oppure una dipendenza da gioco può condurre a un indebitamento. E sono diverse le cause di sofferenza patite dalle 1.083 famiglie presenti sul territorio diocesano che dal 1 gennaio 2016 al 30 settembre 2017 hanno chiesto aiuto ai centri di ascolto, sia diocesani, sia parrocchiali della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. Non stupisce che su tutti prevalgano i problemi legati alla disoccupazione e al reddito insufficiente. Sono preoccupanti anche i numeri di quanti dichiarano di avere un lavoro precario o di avere affrontato una separazione o divorzio. Desta infine allarme il dato di 87 persone senza reddito.
I numeri
La maggior parte dei centri incontra tanti italiani, quanti stranieri, con una leggera prevalenza dei primi sui secondi. In pochi Centri invece si assiste ad una netta prevalenza dei cittadini italiani, come nel caso di Ceccano, con 97 italiani e 26 stranieri, Ceprano con 21 italiani e uno straniero, Ferentino con 118 italiani e 58 stranieri, Frosinone Cavoni con 176 italiani e 108 stranieri e infine Monte San Giovanni Campano con 41 persone di nazionalità italiana e 8 straniera. Oltre 2 persone su 3 che si sono rivolte ad un centro di ascolto della diocesi di Frosinone sono disoccupati o casalinghe, in altre parole non sono percettori di un reddito da lavoro. La condizione lavorativa è uno degli aspetti, non il solo, che accelera la carriera di impoverimento. Allo stesso tempo gli occupati e i pensionati sono completamente oltre 100 persone e rendono evidente come la presenza di un reddito da lavoro non determina di per sé una stabilità necessaria alle esigenze familiari. Ecco i dati delle persone che si sono rivolte ai Centri per condizione lavorativa. Il totale degli occupati è pari a 69 così suddivisi: 1 ad Amaseno, 5 a Ceccano, 13 a Ferentino, 15 a Frosinone Cavoni, 22 Frosinone centro storico, 10 Ripi, 3 Monte San Giovanni Campano. Imponente la fetta dei disoccupati, 628, di cui 13 ad Amaseno, 13 a Castro dei Volsci, 59 a Ceccano, 21 a Ceprano, 81 a Ferentino, 196 a Frosinone Cavoni, 195 a Frosinone centro storico, 9 a Ripi, 34 a Monte San Giovanni Campano, 7 nella Caritas diocesana. Ed ancora 85 le casalinghe che si sono rivolte ai Centri, 3 invece gli studenti, 18 gli inabili. Per quanto riguarda i pensionati il numero è pari a 42. Per quanto riguarda i bisogni individuati per macro-voci nelle famiglie che si sono rivolte ai centri di ascolto, sul podio troviamo i problemi economici e la povertà con un valore pari a 715. Al secondo posto i problemi di occupazione/lavoro con un'incidenza di 31,3 per cento (636). Seguono i problemi familiari con 225 richieste di aiuto. Le problematiche abitative sono state sollevate da 157 nuclei familiari. Andando nello specifico, invece, delle micro-voci, tra i dati rilevanti troviamo la mancanza di una casa per 45 famiglie, 13 vivono in una abitazione precaria o inadeguata, 23 hanno dovuto affrontare lo sfratto.
Allarme disoccupazione
Come detto tra le problematiche più grandi che attanagliano le famiglie, quella della disoccupazione, con un dato che nei primi nove mesi del 2017 si aggira su 475 richieste di aiuto ai centri di ascolto. Ben 55 hanno affermato di avere un lavoro precario. Tantissime le famiglie che fanno i conti con la povertà: 532 hanno un reddito insufficiente, nessun reddito per 87 nuclei, indebitamento per 24. L'accompagnamento. Le modalità di intervento dei centri di ascolto sono molteplici, da una parte si prodigano a fornire tempestivamente un piccolo aiuto materiale a quanti ne hanno bisogno e, al tempo stesso, sono in grado di avviare una relazione costruttiva con la persona incontrata, puntando a fare leva sulle risorse personali fondamentali per l'emersione dal bisogno grave.