«A mio padre, operaio dell'Ideal Standard». Questo il bigliettino semplice, ma dal grande impatto emotivo, che accompagna il presepe fatto a mano da Michele Marinelli, figlio di Luigi dipendente dell'Ideal Standard di Roccasecca, con il quale ieri ha vinto il concorso dei presepi di Castrocielo organizzato dalla Pro loco e dal Comune. Un grido. Una richiesta di aiuto. Una rappresentazione reale del momento triste che stanno attraversando i 320 lavoratori dell'Ideal Standard di Roccasecca. Giuseppe e Maria accovacciati su Gesù da soli. A fargli compagnia solo il bue e l'asinello. Alle spalle la riproduzione dello stabilimento dell'Ideal Standard di Roccasecca con l'immancabile tenda del presidio permanente dei lavoratori. E poi gli striscioni: «Ideal Standard non deve chiudere», «Ideal standard chiude. La Cina ci uccide!».

Il messaggio del piccolo Michele non si presta a fraintendimenti: bisogna salvare la fabbrica e i posti di lavoro. «La commissione ha voluto premiare l'idea del bambino che racconta il problema di questi giorni - ha spiegato il presidente della Pro loco e vice sindaco, Gianni Fantaccione - Anche i bambini vivono queste problematiche e quello di Michele è una richiesta di aiuto: invoca la protezione per la fabbrica e per i lavoratori. È stato conferito il primo posto, oltre che per la buona fattura, soprattutto per i valori che lo accompagnano. Premiarlo è il nostro piccolo modo per essere vicini a tutti i lavoratori in questo difficile momento e non abbassare l'attenzione sul problema».

L'appello dei lavoratori
Bisogna invadere Roma, i pullman in vista dell'incontro del 12 gennaio al Mise sono saliti a 8. Tutti vogliono esserci, con loro anche il presidente del Senato Pietro Grasso. Lo ha annunciato venerdì durante la visita allo stabilimento di Roccasecca. I lavoratori chiedono aiuto e sostegno. «Presidente faccia sentire la sua voce al ministro Calenda, faccia capire il nostro problema. Oggi ha messo i suoi piedi in un territorio senza futuro», l'accorato appello del lavoratore più anziano dello stabilimento, Donato Grimaldi. Si è rivolto alla seconda carica dello Stato facendo capire il dramma dei 320 lavoratori, ai quali si aggiungono i circa 200 dell'indotto. «Questa è una storia di famiglia: in questo stabilimento ha lavorato anche mio padre e i genitori di tanti di noi - ha aggiunto Grimaldi - Presidente lei è stato un rappresentante della legalità, è una persona che nella sua vita non ha avuto mai paura di nessuno, non ha avuto paura delle grandi organizzazioni malavitose. Sono pronto a mettere la mano sul fuoco che lei non sta facendo passerella politica ma sente veramente il nostro problema. Ben 500 persone che stanno perdendo il proprio posto di lavoro e il loro futuro. Noi combattendo e continueremo a farlo fino alla fine».