La decisione sulla risoluzione contrattuale tanto attesa per il 2018 è arrivata ieri. A oltre un anno dall'assemblea dei sindaci e a circa un mese dall'udienza, il Tar di Latina ha deciso: accolto il ricorso e annullati i provvedimenti impugnati. Acea, dunque, resta. Ma è stata rigettata la sua domanda risarcitoria di 20 milioni di euro. Condannata l'Autorità d'ambito territoriale ottimale numero 5-Lazio meridionale Frosinone (Ato5) e i comuni componenti a corrispondere ad Acea rappresentata dagli avvocati Pasquale Cristiano e Carlo Mirabile a 10.000 euro per spese di lite.
Acea aveva impugnato la delibera con cui la Conferenza dei sindaci dei Comuni compresi nell'Ato5 aveva attivato la procedura per la risoluzione della convenzione stipulata nel maggio nel 2003 per «inadempienze degli obblighi convenuti». Nel ricorso Acea ha dedotto a livello formale «l'illegittima convocazione della Conferenza dei sindaci non preceduta per tutti i comuni dell'Ambito Territoriale da delibere autorizzative dei consigli comunali». Non solo. Acea ha fatto rilevare che durante la Conferenza dei sindaci era stato verbalizzato solo il voto del sindaco di Fiuggi, invece assente. In seconda battuta, i sindaci dei Comuni con contenziosi aperti con il gestore avrebbero dovuto astenersi. A livello sostanziale, sottolinea ancora Acea, «le inadempienze avrebbero trovato riscontro e sono perciò giustificate in gravi inadempimenti degli obblighi dei comuni, quali la mancanza per molto tempo dell'adeguamento tariffario del piano 2014-2017 approvato nel maggio del 2015». In tutto questo sempre secondo Acea andavano inserite anche le riparazioni delle perdite delle condotte spesso non segnalate da Comuni e utenti.
Mentre secondo il parere del legale a cui si è rivolto l'organismo istruttorio Sto (Riccardo Farnetani) gli «inadempimenti rilevati sarebbero stati di portata insufficiente a legittimare la risoluzione della convenzione». Nonostante il proprio legale sconsigliasse la risoluzione, l'Ato5 ha comunque provveduto a risolvere il contratto.
Una pluriennale controversia
Il Tar del Lazio definisce questa «l'ultima fase della pluriennale controversia in ordine alla gestione del servizio idrico integrato nell'ambito territoriale ottimale del Frusinate». «A fronte delle inadempienze del gestore sussistono inadempimenti degli obblighi convenzionali da parte di Ato5 che hanno influito sulle carenze di gestione e a volte ne hanno impedito la regolarità. Come i ritardi nell'approvazione del piano di gestione e nell'adeguamento della tariffa, che hanno determinato per Acea un deficit di cassa si legge ancora nella sentenza rendendo inattuabile l'obbligo del versamento dei canoni di concessione fino all'adeguamento della tariffa e alla riscossione dei conguagli tariffari. A ridimensionare la valutazione degli addebiti rivolti al gestore gli investimenti effettuati: nel 2015 oltre il 90% in più dell'anno precedente e oltre il 5% in più delle previsioni di piano». Il provvedimento risolutivo, tenuto conto anche del parere del legale incaricato inizialmente da Sto, «risulta dunque contraddittorio in raffronto agli esiti istruttori e del tutto immotivato in ordine al contrario avviso». Su 33 sindaci che votarono la risoluzione contrattuale, solo in 17 si sono poi costituiti in giudizio tra cui Frosinone, Cassino, Cervaro, Pontecorvo, Alvito, Boville Ernica, Casalvieri, Ceccano, Fiuggi, Picinisco, Pofi, Rocca d'Arce, Roccasecca, Serrone, Strangolagalli e Vicalvi. Oltre all'avvocato Fantaccione per Cassino e Cervaro, nel collegio difensivo anche gli avvocati Luffarelli, Martino (poi sostituito da Guzzo) e Colalillo. Per i Comuni e soprattutto per i cittadini l'unico aspetto positivo e comunque rilevante è rappresentato dal rigetto della domanda risarcitoria. In proposito è stato provvidenziale l'intervento svolto in udienza dall'avvocato Valerio Tallini, il quale in rappresentanza dei Comuni di Ceccano, Strangolagalli e Pofi, ha fatto notare come la domanda risarcitoria fosse infondata: attraverso il richiamo di una copiosa giurisprudenza (della Cassazione e del Consiglio di Stato) l'avvocato Tallini, docente di Diritto Amministrativo presso l'Università degli studi della Tuscia ha messo in luce il fatto che Acea non avesse indicato sin da subito i criteri volti a quantificare il danno e, pertanto, il richiamo ad una serie di criteri (0,86 euro a utente) svolto dai legali di Acea per la prima volta in udienza fosse da considerare tardivo. Grazie quindi alle difese esplicate da questi Comuni rappresentanti anche dall'avvocato Claudio Martino, legale esperto in materia di acque pubbliche, i cittadini e utenti della provincia di Frosinone si sono almeno risparmiati di pagare ad Acea ulteriori 20 milioni.