L'episodio increscioso sarebbe stato solo uno. E il dirigente avrebbe preso subito provvedimenti. La questione è complessa. Da una parte c'è una mamma che denuncia una mancanza che fa male soprattutto da un punto di vista umano, dall'altra c'è una scuola che cerca spiegazioni dai suoi dipendenti. Coloro che si sarebbero rifiutate sono due mamme: una (presunta) mancanza d'intervento che pesa ancora di più. Dopo il doloroso episodio, secondo la versione della scuola, il dirigente avrebbe avviato un procedimento disciplinare nei confronti delle due operatrici che si sono rifiutate. A monte una contestazione da parte di tutti gli operatori scolastici della scuola, che attraverso sigle sindacali si sono opposti a provvedere all'igiene personale dei ragazzi disabili. La scuola avrebbe organizzato e tenuto apposite riunioni, sapendo che nel contratto nazionale è previsto il ruolo di accompagnare in bagno i ragazzi con disabilità. Ma i collaboratori avrebbero proseguito nella protesta sottoscrivendo persino un documento. La scuola, attraverso un bando, avrebbe poi ottenuto la presenza di un assistente specialistico. Per cercare di ovviare al problema il dirigente ha quindi offerto anche un incentivo scolastico a chi avesse svolto il necessario compito (ricordiamo della presenza di più disabili). Solo una collaboratrice avrebbe accettato, rifiutando l'incentivo, di accompagnarlo. Proprio nel giorno del contestato episodio, la collaboratrice sarebbe mancata dal lavoro. E le sue colleghe si sarebbero categoricamente rifiutate di intervenire. Ora la questione ha assunto una connotazione di carattere penale. E verrà discussa nelle sedi competenti.

Si sono rifiutate di accompagnare in bagno uno studente disabile al 100%. E neppure soltanto una volta. Sono queste le accuse mosse nei confronti di due collaboratrici scolastiche denunciate per omissione d'atti d'ufficio. Accusa che ha riguardato anche il dirigente scolastico dell'istituto superiore di Cassino in cui avrebbero avuto luogo gli episodi contestati per aver omesso di esercitare il dovuto controllo dei compiti specifici delle due collaboratrici.
La denuncia
Non sarebbe avvenuto una sola volta. Quando lo studente del Cassinate chiedeva di andare in bagno, racconta la madre ai carabinieri, nessuno lo avrebbe accompagnato. Così nel mese di novembre il ragazzo sarebbe tornato a casa in condizioni igieniche drammatiche. Ha trovato il coraggio di denunciare solo per amore di suo figlio, perché quei dinieghi sono sembrati alla famiglia una violenza. Una violenza perpetrata ancor più nei confronti di una persona indifesa. A raccogliere gli elementi che hanno portato alla denuncia di dirigente e collaboratrici scolastiche sono stati i carabinieri della Compagnia di Cassino, agli ordini del capitano Ivan Mastromanno e del luogotenente Raucci. Sono stati loro a riscontrare le presunte omissioni che restano, lo ricordiamo, tutte da dimostrare. Probabilmente a rendere corpose le ipotesi degli inquirenti saranno anche le testimonianze raccolte dai militari in ambito scolastico. Stando alle prime informazioni, sembrerebbe che in quell'istituto vi fossero altri ragazzi disabili. Se omissione c'è stata di certo qualcuno, oltre ai coinvolti, avrà visto e sentito. Il sostituto procuratore a cui verrà affidato il caso avrà tra le mani un compito difficilissimo. Soprattutto da un punto di vista umano.

di: CARMELA DI DOMENICO