Sgominata la banda del piombo. La Guardia di Finanza della tenenza di Sora e i colleghi di Cassino sono riusciti a mettere le mani su una banda specializzata che aveva trafugato decine di accumulatori (in piombo) per telefonini. A fermare il furgone, su cui viaggiavano tre campani, sono stati gli uomini delle Fiamme gialle. Un'indagine complessa, coordinata dal sostituto procuratore Marina Marra, che aveva concentrato le attenzioni su numerosi furti denunciati con sempre maggiore frequenza anche nel Basso Lazio.
Quando i finanzieri hanno bloccato la merce hanno fatto bingo: decine e decine di accumulatori occultati nel mezzo pesante. Un bel bottino, considerando che dopo il rame, la nuova frontiera dei metalli da rubare e rivendere resta quella del piombo che, tra le altre cose, non è facile neppure da smaltire.
Le fiamme gialle hanno bloccato il conducente e due amici e li hanno denunciati: in loro possesso anche attrezzi da scasso di cui non hanno saputo (e potuto) fornire spiegazioni. Da una prima analisi, su cui la procura sta indagando, i colpi potrebbero essere stati commessi anche fuori provincia.

Ora a ruba anche le batterie
Fino a poco tempo fa eravamo abituati a ladri di "oro rosso", materiale che resta comunque il più appetibile. Anche per il suo valore: un bottino di rame per più di 200 metri può valere fino a 20.000 euro che potrebbero essere portati a casa in una notte di duro "lavoro".
Ora, invece, anche il piombo contenuto ad esempio nelle batterie (particolarmente pericoloso e difficile da smaltire) sembra essere nel mirino dei delinquenti.
Nella maggior parte degli episodi registrati nel Cassinate i malviventi non hanno avuto alcuna remora a depredare tombe e trafugare discendenti o oggetti in metallo, soprattutto in rame. Metallo che ha un suo costo su un mercato parallelo (ovviamente illegale) che non conosce crisi.
Né sono risparmiate le linee ferroviarie, compresa la Cassino-Napoli, dove spesso i colpi messi a segno hanno persino creato disagi ai pendolari, "lasciati a piedi".