Chissà perché un turco residente ad Alessandria o un egiziano di Porto San Giorgio sceglievano la motorizzazione di Frosinone per fare gli esami? La risposta prova a darla la procura di Frosinone che chiude le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per 76 candidati. È uno dei tanti rivoli dell'inchiesta "Pay to drive", condotta dalla squadra mobile, che ha scoperchiato un sistema che, attraverso la corruzione dei funzionari dell'ufficio, consentiva a tanti stranieri, ma anche italiani di conseguire - pagando - la patente di guida, a volte senza nemmeno sostenere la prova teorica, in altri casi mediante l'utilizzo di suggeritori presenti alle sessioni.
L'avviso di chiusura delle indagini preliminari è stato recapitato a dodici ciociari di Rocca d'Arce, Campoli Appennino, Monte San Giovanni Campano (due persone), Cassino, Pontecorvo, Piglio, Sora (due), Arpino, Boville Ernica, Fontana Liri. A questi si aggiungono nove italiani residenti nelle province di Chieti (due), Bergamo, Potenza, Reggio Emilia, Bolzano, Milano e Viterbo.
Gran parte degli indagati, 57, sono stranieri. Ci sono africani, asiatici e europei. Si tratta di dodici cinesi residenti nelle province di Brescia, Vicenza e Salerno, a Ragusa, Milano, Verona, Roma, Forlì, Cosenza, Prato e Firenze; di undici egiziani, residenti per lo più a Roma e provincia, e a Ascoli, Latina e nella provincia di Fermo; di sette marocchini residenti nell'Aquilano, nelle province di Lucca, Perugia e Parma; di cinque indiani di Roccasecca (due), Sabaudia (due) e Sezze; di cinque albanesi delle province di Bolzano, Perugia, L'Aquila e Viterbo; di quattro pachistani di Boville Ernica, L'Aquila e Verona (due); due macedoni residenti in Umbria; altrettanti romeni residenti a Grosseto e Mentana; un turco di Alessandria; un tunisino di Roma; un ghanese residente a Modena; un bengalese di Olevano Romano; un kosovaro della provincia di Perugia e un bulgaro residente in provincia di Arezzo. Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Mario Cellitti, Francesco Germani, Giampiero Vellucci, Marcio Rossini, Angela Caprio, Massimo Guerini, Simona Valente, Massimo e Silvestro Patriarca, Raffaele e Marco Maietta, Antonino Nobile, Antonio Marino, Carlo Coratti, Antonello Quadrini, Nicola Ottaviani.
Sotto accusa ci sono le sessioni d'esame di teoria per la patente B del 27 gennaio, 3 e 16 marzo e 7 aprile 2015 nonché del 30 ottobre 2014. I reati contestati sono di corruzione per il pagamento o la promessa di pagamento per superare l'esame grazie alla sostituzione dei candidati o alla presenza in aula di suggeritori. Contestati anche i reati di falso ideologico e falso materiale.