"L'amore è paziente, è benigno, non è invidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto. L'amore tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine!" Queste parole di San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi sono state il filo conduttore del Progetto "Come dire stop alla violenza? Basta l'Amore!" che si sta svolgendo nella Scuola secondaria di I grado del Giglio di Veroli. Giornate di riflessioni importanti per far capire alle future generazioni che chi ama non picchia, non alza le mani, non offende, non calpesta la dignità altrui, non perseguita. Chi ama non uccide, non ferisce. E gli alunni delle varie classi si sono impegnati molto per partecipare al meglio all'iniziativa.
Hanno, infatti realizzato, all'ingresso della scuola, un angolo particolarmente suggestivo con scarpe rosse a testimonianza del sangue versato da tantissime donne, vittime di ingiustizia e violenza. Nell'atrio è stato poi costruito il "Muro delle bambole", piccoli giocattoli che da sempre accompagnano l'infanzia delle bambine e che ben interpretano il simbolo di una femminilità troppo spesso violata. Anna, Lucia, Paola, Barbara, Veronica sono i nomi che i ragazzi hanno dato alle singole bambole che vogliono rappresentare le tante donne che hanno subito violenza in Italia, o meglio quelle che hanno avuto il coraggio di rendere pubblico ciò che spesso è rimasto nascosto tra le mura di casa. Infatti, purtroppo, sono ancora tante, troppe, le vittime di violenza che non denunciano. Il progetto è proseguito con l'incontro, da parte degli alunni delle classi terze, con la presidente dell'Associazione Telefono Rosa Frosinone, Patrizia Palombo e la coordinatrice del Centro Antiviolenza "Mani ferite" della Cooperativa Diaconia Maria Rosaria Ruggeri che svolgono il loro ruolo non soltanto per il sostegno alle donne violate, ma anche nei confronti degli autori di tale gesti che necessitano spesso di interventi idonei a "curare" la loro personalità.
Interessante anche l'appuntamento con Massimo Mangiapelo che ha scritto, tragli altri,il libro"Federi ca, la ragazza del lago". Il libro biografico sulla nipote Federica parla della nefasta sera della morte sulle rive del Lago di Bracciano all'alba del 1 novembre 2012. Gli alunni in questi giorni hanno assistito, inoltre, alla visione del film "Bianco come il latte, rosso come il sangue", hanno analizzato il testo di Serena Dandini "Ferite a morte" e realizzato dei video. I lavori, prodotti dai ragazzi, sul tema del femminicidio saranno selezionati da una apposita commissione presieduta dalla dirigente scolastica professoressa Angela Avarello e premiati con libri. Dunque una bellissima e importante esperienza di riflessione.
Violenza sulle donne: l'amore per dire "stop". La scuola si mobilita
Veroli - I lavori prodotti dai ragazzi selezionati da un’apposita commissione. Gli alunni hanno realizzato un angolo con scarpe rosse a testimonianza del sangue versato
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