Oltre tre settimane di stop per gli operai dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. La dirigenza aziendale ha comunicato un nuovo stop per le 4.600 tute rosse del sito pedemontano.
Nella riunione di ieri con le Rsa di stabilimento l'azienda ha difatti annunciato la proroga della chiusura  fissata all'8 gennaio, fino al 14 gennaio. Ma si tratta di una seconda proroga, perchè in realtà la normale attività lavorativa dopo le vacanze natalizie sarebbe dovuta riprendere il 2 gennaio: però qualche settimana fa era già stato comunicato che la befana portava cenere e carboni e dunque si sarebbe rientrati in fabbrica dopo l'Epifania. Ricapitolando: dal 21 dicembre ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze e fino a domenica 14 gennaio i cancelli resteranno chiusi. Il 2018 inizierà a metà mese, ovvero il 15 gennaio e così lo stabilimento spegnerà i motori per ben 24 giorni di seguito. Al netto di quelli festivi sabati, domeniche, Natale, Capodanno ed Epifania -sono ben 13 i giorni di lavoro che perderanno i lavoratori e che saranno  costretti a recuperare con iPar, ovvero con i permessi individuali.  Una scelta, quest'ultima, da sempre contestata dalla Fiom, che vede in questa brusca frenata l'ipotesi neanche troppo remota -che Fca possa ripartire con la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali. O anche peggio.
Tra il serio e il faceto il segretario provinciale Donato Gatti commenta:«Tra un po' in Fca si lavorerà con il lavoro a chiamata».

Sale la preoccupazione
Questa nuova ondata di stop alla produzione inevitabilmente fa crescere la preoccupazione tra i 300 neo assunti interinali che il 31 ottobre hanno avuto la fortuna di non essere tra i 532 somministrati messi alla porta da Fca. A loro l'azienda ha concesso una proroga di tre mesi fino al 31 gennaio 2018. Ma visto e considerato che a gennaio si lavorerà solo metà mese, una loro riconferma appare assai difficile e così il territorio già si prepara a un nuovo bagno di sangue. Anche perchè a far rumore è l'assordante silenzio dell'azienda che non solo non comunica all'esterno, ma neanche all'interno del circuito. Le aziende dell'indotto chiedono infatti di conoscere il piano industriale e le commesse perchè anche loro, così come Fca, hanno provveduto all'assunzione degli interinali quando è partito il progetto Alfa con Giulia prima e Stelvio poi.  Ma mentre il Biscione accelera in Formula Uno, a Cassino c'è una brusca frenata e un preoccupante silenzio.