Marcia sui veleni sepolti, dopo Nocione il Coordinamento dell'Ambiente raggiunge la zona delle acque rosse, in località Pantanelle, a Sant'Elia.
E via Spineto, dove insiste una vecchia fabbrica sotto sequestro con quintali di plastiche e rifiuti accatastati. Indossando (simbolicamente) mascherine e tute bianche, le diverse anime ambientaliste (dal Comitato Solfegna a Fare Verde passando per Allerta Cerro, per il Toring Club della Consulta dell'Ambiente, Sant'Elia per il Bene Comune, Usb ed Euroclub) hanno calpestato altre zone su cui pende forte il sospetto dell'interramento di veleni ormai sedimentati da anni. Oltre che un'inchiesta tutt'ora vigente della procura. La presenza di acque rosse spuntate a gennaio scorso improvvisamente dal terreno aveva fatto salire l'allerta dei cittadini: ne aveva fatto seguito l'intervento della Finanza, poi l'interdizione delle aree a rischio. E le polemiche, tante, sulla presenza di animali al pascolo sui prati vietati «Tanto la situazione non è cambiata» hanno tuonato i membri del Coordinamento, pronti ad indicare a pochi passi da loro la presenza di una mandria di mucche. Quella degli ambientalisti è molto di più di un'attività di sensibilizzazione. Oltre alle passeggiate sui veleni, nelle loro mani anche un dossier. «Fra una quindicina di giorni l'ultima tappa a Sant'Angelo, in zona Panaccioni: un altro sito a rischio. Da quasi quarant'anni. Poi, completato il dossier hanno dichiarato dal Coordinamento lo porteremo in procura. Quindi abbiamo in agenda un incontro con tutte le istituzioni e un sit-in davanti il tribunale. La nostra è la voce di tutti i cittadini. I diritti sepolti sono quelli di ogni famiglia che chiede aiuto. CARMELA DI DOMENICODi ogni malato che aveva denunciato e anche di quelli che non hanno avuto il coraggio o la fiducia necessari».