Uno scambio di carte di credito. L'aver usato quella aziendale al posto della personale ha fatto scoprire la più classifica delle tresche, tra un imprenditore e la segretaria. La titolare dell'azienda, una donna di Frosinone di 68 anni, ha liquidato, in un colpo solo, il marito, dirigente della stessa impresa, e la segretaria, anch'essa del Frusinate, licenziata in tronco. La donna, erede di una grossa azienda del Modenese, dopo la morte del marito, marchese, si era spostata a Roma. E lì era stata in grado di allargare gli interessi di famiglia, lavorando nel settore dagli appalti pubblici, anche all'estero. Nel frattempo si era risposata con l'attuale marito che già lavorava nella ditta con un ruolo direttivo. Ma lei aveva mantenuto il comando, essendo l'amministratrice. La relazione come l'attività economica sono andate avanti con soddisfazione per entrambi. L'uomo andava pure all'estero a trattare con i clienti o per partecipare alle gare d'appalto. Così ha fatto a settembre, quando, insieme alla segretaria, una quarantenne, si è imbarcato per la Polonia. Un soggiorno di pochi giorni per concludere l'affare e far ritorno a Roma, dove la società ha sede. L'uomo, però, non resiste alla tentazione di fare un salto in gioielleria ed acquistare un anello e un bracciale per l'amante per una spesa di circa ventimila euro. Al momento di pagare, si è confuso con le carte di credito e ha pagato con quella aziendale. Al rientro in Italia, la banca ha contattato la marchesa per chiedere conto della spesa, non giustificata da finalità aziendale e, per questo, soggetta ad un accertamento dell'Agenzia delle entrate. La donna lì per lì non ha fatto una piega. Il suo compleanno era vicino e ha pensato a un regalo.
Ma ha dovuto ricredersi: il giorno della festa, il marito non l'ha nemmeno invitata a cena. Attesi un altro po'di giorni, la donna,con l'estratto conto in mano, ha chiesto spiegazioni. L'uomo ha confessato ed è stato messo alla porta su due piedi. La donna ha pure licenziato la segretaria. Che, per tutta risposta, un giorno si è presentata dalla donna affrontandola in malo modo. Ha chiesto di essere riassunta, ma quando ha capito che non c'era verso ha sferrato due pugni.
La sessantottenne ha riportato la frattura del setto nasale e ha denunciato l'accaduto. Quindi ha dato mandato agli avvocati Stefano Popolla e Carlo Mariniello di portare avanti sperazione e procedimento penale.