La chiusura delle indagini per i quattro accusati dell'omicidio di Emanuele Morganti determina un ridimensionamento delle posizioni degli altri indagati. Il fatto che i quattro buttafuori, inizialmente indagati per rissa, poi pure per omicidio non compaiano, insieme ai quattro arrestati, nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari viene accolto con favore dai legali. Intanto, ieri, davanti al tribunale del Riesame di Roma, si è discusso il ricorso dell'avvocato Marilena Colagiacomo contro l'ordinanza, l'ultima eseguita in ordine di tempo, nei confronti di Franco Castagnacci, accusato di omicidio. I giudici tuttavia si sono riservati una decisione nei prossimi giorni.
Dopo i risultati dell'autopsia e degli accertamenti tecnici, l'audizione degli ultimi testimoni e l'arresto di Franco Castagnacci, il cerchio si è chiuso. Con la procura che ha deciso di contestare formalmente l'omicidio solo a Franco e Mario Castagnacci, Paolo Palmisani e Michel Fortuna, l'unico frusinate del gruppo.
Si attende pertanto lo stralcio nei confronti dei buttafuori. Che a questo punto si potrebbero veder contestare solo la rissa. «Nel rispetto delle posizioni che riguardano gli indagati raggiunti dall'accusa di omicidio - spiegano gli avvocati Giampiero Vellucci e Riccardo Masecchia - le determinazioni della procura riguardanti i nostri assistiti sono in armonia con le risultanze investigative, ma soprattutto con la previsione che avevamo maturato al momento dell'assunzione dell'incarico e cioè che Damiano Bruni e Michael Ciotoli (indagati insieme a Pjetri Xhemal e Manuel Capoccetta, ndr) nulla avevano a che fare con l'omicidio in quanto non hanno colpito il povero Emanuele. La determinazione della procura, anche se parzialmente, restituisce un briciolo di serenità sia a noi difensori raggiunti da atteggiamenti minacciosi sia ai nostri due assistiti che sono stati isolati. Questo risultato nasce dall'ampia disponibilità che abbiamo mostrato all'autorità giudiziaria sottoponendoci a due interrogatori».