La benzina che veniva caricata sui mezzi risultava essere maggiore di quella uscita dai depositi. Un trucco -secondo la guardia di finanza- che ha portato il comando provinciale di Roma della Guardia di finanza a effettuare dei sequestri in 13 regioni, e anche a Frosinone, e a denunciare 18 persone. Le Fiamme gialle hanno effettuato il sequestro preventivo dei sistemi di misurazione di prodotti petroliferi installati in numerosi depositi e raffinerie di Eni, in esecuzione di un decreto emesso dal gip del tribunale di Roma. Le indagini del Nucleo di polizia tributaria di Roma sono la continuazione di precedenti inchieste condotte, per gli stessi fatti, dalle procure di Frosinone e Firenze. Attraverso l'esame della documentazione e dei supporti informatici acquisiti nelle perquisizione, i controlli su strada della movimentazione dei carburanti e le consulenze tecniche disposte dall'autorità giudiziaria sugli strumenti di misurazione, stando alle accuse, è stato accertato un minor pagamento delle accise su quasi 40 milioni di litri di prodotti, con conseguente evasione di circa 10 milioni di euro di tributi.
Per gli investigatori della Polizia tributaria c'è stata la manomissione degli strumenti di misurazione ("testate") e dei sigilli apposti dall'amministrazione finanziaria, nonché la modifica delle variabili di volume, temperatura e densità dei carburanti e l'alterazione informatica delle testate, anche da remoto. In pratica dai depositi usciva una quantità di combustibile superiore rispetto ai carichi reali, in base ai risultati dei controlli dei finanzieri sui documenti di carico e sulle cisterne. Ciò avrebbe comportato una riduzione del pagamento delle accise e una quantità superiore di combustibile a disposizione, che, per l'accusa, avrebbe preso altre strade. Diciotto gli indagati tra direttori, responsabili operativi e dipendenti di depositi e raffinerie, nonché funzionari di uffici metrici. A Frosinone sono state sequestrate alcune testate che non funzionavano correttamente.