Sono ancora lì allo stato brado, tra l'amianto e i rifiuti interrati. Sono le centinaia di maiali, mucche, capre, cavalli e asini che continuano a scorrazzare nell'area ex Snia-Bpd malgrado l'ordinanza sindacale numero 133 dell'8 novembre abbia disposto, oltre alla bonifica, il divieto provvisorio di pascolo «in attesa di analisi e parere da parte della Asl-Ufficio veterinario». E, visti ora gli atti firmati Asl e ottenuti dal Centro studi Tolerus, si scopre che il Comune, assente al sopralluogo congiunto concordato per il 28 aprile 2017, chiese «di verificare - si legge nell'istanza inviata il 28 marzo da Palazzo Antonelli - la presenza di animali al pascolo all'interno dell'area e la regolamentare tenuta degli stessi», ma non il loro stato di salute. E pertanto non avrebbe preteso ufficialmente le analisi dei capi di bestiame, un particolare questo che il sindaco Caligiore smentisce con decisione.

Parola al sindaco
«Ho ordinato - interviene il primo cittadino - anche il divieto di pascolo in via precauzionale perché i risultati parziali trasmessi dalla Asl evidenziavano sì la presenza di amianto, ma non davano indicazioni sugli animali che pascolano lì da decenni e aspettiamo ancora gli esiti definitivi. La mia amministrazione ha affrontato di petto e per prima la questione della bonifica del sito, ha trasmesso l'ordinanza agli organi preposti e auspica vivamente che si adoperino per rendere operativo il provvedimento». Incarico espressamente affidato, però, non solo all'Ufficio igiene della Asl ma anche alla polizia municipale.

Gli esiti "definitivi"
È stata accertata l'iscrizione ai registri aziendali delle due aziende zootecniche interessate e, secondo la normale profilassi, sono state effettuate le analisi. Quelle per escludere malattie come tubercolosi, brucellosi e leucosi bovina enzootica, non potenziali avvelenamenti per via dell'abituale contatto coi "rifiuti speciali pericolosi". I bovini sono risultati negativi e, in merito alla Brc, anche i caprini, ma «non è stato possibile - attesta la relazione post-ispezione - avvicinare per l'identificazione gli equidi presenti (tre cavalli e cinque asini, ndr) in quanto allo stato brado» e non risultano visitati neanche i 158 suini dell'altra impresa.

La relazione della Asl
Risale allo scorso 10 novembre, due giorni dopo la richiesta di accesso agli atti inoltrata dal Cs Tolerus, l'associazione ambientalista che da quasi otto mesi sta segnalando il pascolo brado a Comune, Provincia, Regione, Ministero dell'ambiente e Procura. Il tutto sottolineando prima che il lotto ex Snia ricade nell'inquinato Sin "Bacino del fiume Sacco" e poi che è stato inserito dall'Ispra tra le otto aree provinciali da bonificare con urgenza. Da qui la "sveglia" ministeriale del 19 ottobre, la richiesta della Asl di un provvedimento comunale a tutela della salute pubblica in data 26 ottobre e l'ordinanza sindacale dell'8 novembre. Che ora è inadempiuta e che, senza analisi specifiche connesse all'amianto, sarà potenzialmente privata del divieto di pascolo.