Hanno paura. Spesso entrano in gioco anche i ricatti nei confronti dei figli che diventano merce di scambio. Figli costretti, loro malgrado, ad assistere a calci e pugni sferrati contro la loro mamma, indifesa. Maltrattata da chi dovrebbe darle, invece, amore, protezione, rispetto. Mariti, compagni e fidanzati gelosi, ex che non accettano la separazione. La maggior parte delle violenze si consuma tra le mura domestiche. Sabato, 25 novembre, la ricorrenza della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Purtroppo anche la provincia di Frosinone non è immune al femminicidio. Le cronache hanno raccontato pagine e pagine di sangue,di violenze. E sono ancora tante le richieste di aiuto ai centri preposti. Al Telefono Rosa della provincia è aumentato il numero delle vittime che ha bussato alla porta del centro. Dall'inizio dell'anno ad oggi oltre 230 telefonate, di cui molte passate direttamente dal numero verde 1522 con cui la struttura diretta da Patrizia Palombo è strettamente collegata. E, con coloro che si sono recate personalmente nella sede, si superano di gran lunga le 280 persone, moltissime delle quali con figli: «Le richieste giunte al nostro centro, tra telefonate e venute di persona, sono purtroppo aumentate rispetto allo scorso anno -spiega il presidente Patrizia Palombo - Il 90 %sono italiane, il 10% di altre nazionalità. L'età, purtroppo, si è molto abbassata e sono molte le single. Elevato il numero di violenza assistita (figli che assistono e/o subiscono a loro volta). Le donne che si sono rivolte a noi provengono dai diversi ceti sociali con la differenza che più il ceto sociale è alto,più la violenza si fa cattiva e sottile. Più entrano in gioco i ricatti nei confronti dei figli, che diventano merce di scambio che fa il più delle volte soccombere la donna, più entra in gioco il lato finanziario. Le vittime dall'oggi al domani si ritrovano senza sostentamento». Porta all'attenzione la paura della donna di denunciare. «Non sono sicure sul domani: cosa farà lui dopo che lo avrò denunciato? Chi mi assicurerà che lui non diventi ancora più cattivo? Dove andrò, cosa farò? Sono alcune domande delle vittime». E il centro del Telefono Rosa aiuta molto le donne,le rassicura, le prende permano e le segue passo passo. Le supporta se hanno necessità di andare via di casa, fino al reinserimento nella società. «Cosa importantissima perché la donna che subisce violenza si ritrova sempre sola, il 92% è stata costretta ad abbandonare il proprio lavoro - aggiunge Palombo- le proprie amicizie, allontanata dalla propria famiglia. Le è stato fatto terreno bruciato intorno, è disorientata,ha perso ogni rispetto di sé.Il nostro compito è quello di farle riacquistare la propria dignità di donna e madre». E sulle parole del testo di Ermal Meta, "Vietato morire", l'invito è a denunciare perché "ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai".