La chiamano area-salotto della città ma, bellezza a parte, è lo "spaccificio" di un intero territorio. Carichi che entrano e che escono da piazza Labriola, grazie a un sistema di vedette che tiene sotto controllo i mini nascondigli e, soprattutto, l'arrivo di eventuali controlli. Tutto avviene soprattutto nel weekend, mentre i figli di mamma e papà passeggiano tranquilli, sorseggiano drink, scattano selfie, scherzano e ridono senza pensieri pesanti per la testa. Di pesante, invece, gira la "roba" e pure i soldi per conquistarsi qualche grammo di ebbrezza, con un po di hashish, di polvere di coca o di fiori di marijuana. Tanti, troppo i clienti per decidere di cambiare location: così tra piazza Labriola e i due palazzi comunali - quando la notte è davvero inoltrata - gli affari fioriscono. E arrivano da ogni zona, della provincia e non solo.

La rissa e gli sviluppi
A preoccupare, sabato notte, è stata la rissa nel cuore della movida. La chiamata al Commissariato ha fatto precipitare una volante già in zona per controlli: due i soggetti trovati a litigare, entrambi finiti in ospedale con alcuni giorni di prognosi. Calci e pugni sferrati senza ritegno. Ma molti hanno giurato di aver visto più persone. E, ora, lo confermerebbero anche le telecamere nella zona: almeno quattro i coinvolti. La pista, per la polizia, è quella dello spaccio e le indagini non si fermano. Anche ieri massicci controlli e perquisizioni ovunque.
Ma intanto è il sindaco stesso a non negare l'evidenza, visto che tutto accade sotto le finestre del Comune, e ad augurarsi che l'azione di contrasto sia decisa.

Sono le "zone nere" della città, quelle dove si continua a spacciare, ma sono anche le più belle...
«È verissimo - conferma Carlo Maria D'Alessandro - sono le più centrali, quelle che dovrebbero essere vissute da tutti con serenità, rovinate da pochi spacciatori e dai clienti che si concentrano proprio lì.
Non mi nascondo dietro un dito, ne ritengo che con il buonismo si possa risolvere questa situazione. Ci vuole un'azione decisa come è stato fatto con "La Storia Infinita". Bisogna essere meno permissivi e meno buonisti anche da parte di alcuni operatori perché così si abbassa la guardia. Il santo protettore dei giovani, don Bosco, diceva che se nel cesto c'è una mela marcia va buttata, per non far marcire tutto. Ci vuole un intervento deciso. Così come è stato fatto con tante belle operazioni. Evidentemente, la storia non è ancora... finita, bisogna riprenderla. Ringrazio per l'eccellente lavoro sia la magistratura che le forze dell'ordine perché non si è mai visto tanto controllo come quello che c'è stato nell'ultimo anno. Le unità cinofile, poi, sono in città con una frequenza e una costanza mai vista».

E le telecamere in centro?
«Il progetto è pronto, dobbiamo soltanto attivarlo. Nel 2018 verranno fatti i bandi di gara per la copertura dei varchi e non solo».

Una delle aree sensibili è il "rettangolo dello sballo" tra le due palazzine comunali. Lì non vengono posizionate le telecamere per non violare la privacy dei dipendenti, in base al decreto 196 del 2003 e sue modifiche e integrazioni. Ma se venissero posizionate e rese funzionanti solo fuori dagli orari d'ufficio?
«Si potrebbe fare. In questo caso sì. Va certamente valutato».
Intanto, continua a camminare pure un'altra battaglia di D'Alessandro ed è quella di ottenere dal Demanio l'autorizzazione all'uso, non alla proprietà, di quella zona compresa tra le strutture municipali. Il suo sogno? Recintarla. Sperando che venga tolto uno spazio vitale agli affari illeciti.