Inarrestabile, come un tornado. Piena di allegria e di forza per sconfiggere ogni tipo di male, da quello fisico alle altre maschere che indossa. Con la voglia di scalzare le menzogne e la povertà di spirito e riempire la giornata di quel senso che va sempre colto. E che tu coglievi. Perché ogni istante è prezioso. Tutto questo resta, Mimma Panaccione, anche se tu sei volata sopra le nostre teste a 42 anni, in quel cielo che guardavi sempre con speranza. E da lassù il tuo cuore continua a battere.
Collega infaticabile, sempre presente e pronta a correre. "Su su", dicevi quando c'era da andare. E ti precipitavi per cogliere, come solo tu sapevi fare, le verità e le sfumature. Per ascoltare ogni cosa e raccontare ogni tipo di fatto con una scrittura straordinaria. Dirompente e sdrammatizzante nei rapporti umani. Guai a non coinvolgersi o coinvolgerti. Perché a tutto c'era un rimedio e tu avevi sempre una parola, un consiglio fuori dalle righe. Mai preconfezionato, originale e sorprendente: ogni volta serviva qualche istante per fare mente locale e capirlo per bene. Spesso ci bersagliavi, Giuseppe era il tuo preferito, lo facevi per spronarlo. E per dirgli e dirci: «Sii sempre te stesso, fregatene di quello che pensano gli altri».
Gli "anaffettivi", poi, erano il tuo piatto preferito. Perché non poteva e non doveva esistere chi non voleva coinvolgersi con la vita, amarla, tendere una mano, intessere legami.
Hai fatto così pure nella malattia. Dal primissimo istante. Eravamo insieme in macchina e quella notizia portava dentro due cose: il mistero del suo dramma e il barlume della tua speranza.
Hai subito reagito e iniziato a scrivere pagine piene di vita. Occhi ridenti anche davanti ai medici e quando sono iniziate le cure, continuavi a lavorare in questo mondo di giornalisti che tanto amavi, per dire a tutti che il male si sconfigge vivendo. Hai voluto fare di più e hai iniziato a raccontare la tua storia su un blog de "La Repubblica", cominciando a cucire la trama di rapporti con altre donne che sono diventate testimoni come te. Perché la battaglia si vince insieme e mai da soli. Perché la compagnia umana è la vera medicina. Niente ti scalfiva. La vera bellezza era la tua, piena di cicatrici ma mai ferita. Perché l'estetica di una persona è dentro, non fuori. E quando si parlava di rughe, dicevi sempre che "erano una conquista"! Sacrosanto. Me lo ricordo tutti i giorni davanti allo specchio.
Le tue battaglie negli ospedali sono state memorabili: pazienti, medici e infermieri stupiti dalla tua forza, da Roma, a Milano, a Torino. Allora hai deciso ancora una volta di fare fagotto e di consegnare questo patrimonio agli altri. Hai fondato, un anno fa, l'associazione nazionale delle malate di tumore metastatico "Noi ci siamo" per mettere in relazione quelle donne, ben 30.000 in Italia, che non hanno volto e voce. Che si nascondono, invece, di uscire allo scoperto. Hai "baccagliato" con le istituzioni per avere spazi in cui mettere in mostra la vera essenza dell'esistenza, la forza di donne che vogliono vivere con la testa alta, aiutarsi e aiutare. Perché l'esempio, in questa società, vale più di mille parole e scalza i discorsi imbellettati che lasciano un vuoto dentro. Non hai perso la tua battaglia. Assolutamente. Perché dicevi sempre che combattere col sorriso significava aver vinto il male.
Hai solo cambiato postazione, sei più in alto. Noi restiamo giù, tutti insieme e diremo per te "noi ci siamo". Un grazie infinito, Mimma!

Oggi I funerali

Giornalista di varie testate come il Corriere del sud Lazio, la Provincia e poi, per anni, Ciociaria Oggi. Mimma Panaccione se ne va all'età di 42 anni. Tanti i messaggi per lei giunti nella giornata di ieri. I funerali si svolgeranno oggi alle 15.30 nella chiesa di Sant'Antonio. Condoglianze e vicinanza alla famiglia dal quotidiano Ciociaria Oggi.