Cresce il numero degli imprenditori interessati al prodotto"peperone di Pontecorvo". Nel corso dell'ultimo anno sono stati molti coloro che hanno deciso di investire sul celebre ortaggio.

I primi dati.

La campagna 2017 del peperone dop è ormai agli sgoccioli. Nelle prossime settimane si conosceranno i dati definitivi su produzioni e certificazioni. Ma mentre il consorzio per la valorizzazione del peperone ha diffuso le prime percentuali che parlano di un incremento di circa il 20% della produzione e di un calo del 40% delle certificazioni, c'è un altro fatto estremamente positivo. Ebbene,stando a una comparazione tra i produttori del 2016 e quelli dell'anno in corso, è emerso che la"platea" di agricoltori che hanno deciso di investire sul peperone è cresciuta di circa il 40%. Tra di coloro ci sono molti che erano già imprenditori del comparto agricolo e che hanno deciso di"sposare" la produzione dop. Ma ci sono anche altri, giovanissimi, che grazie ai fondi messi a disposizione dal Psr e dagli altri piani di sviluppo si sono gettati in una sfida tanto bella quanto avvincente. Per lo più si tratta di under 40 che hanno scelto di avviare produzioni di dop.
Dati entusiasmanti cui devono essere affiancati, però, anche politiche di sviluppo mirate.

L'intervento

Ne è convinto il coordinatore provinciale di FI Pasquale Ciacciarelli che ha sottolineato come si «debba partire dalla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche locali,creando percorsi per gli amanti delle colture bio, come opportunità di rilancio del territorio,di promozione delle aree rurali della provincia e dei suoi prodotti. Accanto al peperone Dop, al fagiolo cannellino di Atina, al formaggio Marzolina di Esperia, alla produzione vitivinicola e di olio extravergine di oliva, credo che si debba investire sulla produzione dei salumi locali». Un comparto importante ma, allo stesso tempo,poco tutelato. E, secondo Ciacciarelli,la «minaccia principale e costante per il comparto agricolo è rappresentata dalle calamità naturali,una minaccia che si ripresenta ciclicamente, compromettendo l'esito del raccolto. Ebbene,ad oggi, non vi sono ammortizzatori sociali per le imprese agricole dotate di dipendenti. Abbiamo toccato con mano le difficoltà finanziarie vissute dagli imprenditoria causa della siccità, costretti a far fronte alle spese ordinarie dell'azienda,di fronte a entrate quasi nulle. Credo che la Regione debba fornire finalmente agli imprenditori agricoli gli strumenti necessari a poter affrontare i danni arrecati delle calamità naturali»