Un nuovo interrogatorio per Matteo Sbaraglia. Ma l'omicida di Domenico Pascarella non riesce a fornire elementi utili alle indagini. Complice le sue condizioni psichiche che già oggi dovrebbero portarlo in una struttura più attrezzata per questi casi come Rebibbia, l'esame, davanti al pubblico ministero Vittorio Misiti, è stato presto interrotto.
Sbaraglia non ha aggiunto nulla a quanto aveva dichiarato al magistrato in precedenza. E quello che avrebbe dovuto precisare non è stato in grado di farlo. Nessuna spiegazione, nessun nuovo elemento. Si è limitato a ribadire della presenza di un'autovettura sotto casa, vista dal balcone, e che si era impossessato della mazza da baseball perché aveva paura. Paura di ritorsioni perché si sentiva minacciato. Da chi e per cosa, però, non è stato in grado di dire. In uno stato confusionale ha aggiunto cose senza molto senso, conseguenza del suo stato mentale, ragion per cui il sostituto procuratore ha deciso di chiudere l'esame.
Sbaraglia, che aveva già ottenuto di venir trasferito a Roma, provvedimento sospeso in vista dell'interrogatorio di ieri, ora andrà a Rebibbia. Nel frattempo si attenderanno gli esiti delle consulenze richieste dalla procura, sul corpo della vittima, e quella psichiatrica sulla capacità di intendere e volere dell'accusato. Quindi si attenderà anche l'esito del sopralluogo effettuato dal Ris in via Sardegna dove vivevano i due, sulla scena del crimine, ma anche dell'esame del Dna sulla mazza usata per uccidere Pascarella.