«Il ricatto continua». Così, in tre parole, il segretario della Fiom-Cgil liquida l'accordo siglato dagli altri sindacati nelel setsse ore con l'azienda. Cigiellini a un tavolo, Rsa delle altre sigle a un altro. Fim, Uilm, Fismic e Uglm, seppur critiche nei confronti dell'azienda, concordanoche «alfine di non disperdere le professionalità e le competenze acquisite dai restanti 532 giovani operanti con contratto di somministrazione di lavoro sino al 31 ottobre 2017, gli stessi, fatte salve le disponibilità individuali, faranno parte di un apposto bacino di persone che potranno essere richiamate in via prioritaria ove future esigenze produttive richiedano un ulteriore fabbisogno di lavoratori. Le parti si incontreranno entro il 15 gennaio 2018 per valutare la situazione in atto con i conseguenti riflessi sulle prospettive occupazionali conparticolare riferimentoai lavoratori con contratto di somministrazione di cui alla presente intesa sia nell'ottica di un eventuale richiamo al lavoro che in quella di unaeventuale stabilizzazione».
Troppo poco per la Fiom che oggi sarà fuori i cancelli a fare megafonaggio e si prepara a una mobilitazione di massa, probabilmente anche uno sciopero. Per il momento Gatti e De Palma della Fiom dichiarano: «È indispensabile l'apertura di un confronto nazionale sul futuro produttivo e occupazionale di Fca e di tutto il settore. L'assenza del Governo rischia di produrre un danno irreparabile al sistema produttivo con conseguenze dirette sull'occupazione».
Gli fa eco la FlmUCub: «L'unica certezza è che tutto ciò evidenzia con quanta poca serietà è stata gestita l'entrata e anche l'uscita di questi precari. Ora che fine faranno i 1200 contratti precari dell'indotto Fiat?» A chiamare in causa il mondo politico è poi Enzo Valente dell'Ugl, che lancia fulmini a destra e sinistra.
«Sono lacrime di coccodrillo - tuona - quelle che la politica oggi versa sui 530 giovani mandati a casa dalla Fca, una conseguenza figlia dei cambiamenti delle regole che hanno interessato il mondo del lavoro. Gli stessi politici, che oggi piangono, hanno condiviso e sostenuto le nuove leggi dei vari esecutivi che si sono succeduti in questi anni e che hanno tolto ogni tipo di sicurezza ai lavoratori danneggiando soprattutto i giovani».
Quindi il sindacalista come nel territorio già all'Ideal Standard di Roccasecca sempre a fine ottobre si sono persi 25 posti di lavoro nel silenzio generale. Le reazioni della politica Chiamata in causa, la politica risponde. Il senatore Scalia dice: «Ho avuto un colloquio con il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, che mi conferma massima attenzione da parte del Governo sul futuro degli oltre 800 lavoratori interinali della FcA di Cassino. Gaetano Capuano: del gruppo "Insieme" incalza: «La serie impressionante di mine che Fca ha disseminato e fatto esplodere l'una dopo l'altra nel già precario territorio della provincia di Frosinone, sta producendo una drastica rottura storica tra la stessa azienda torinese e la terra che da 50 anni la ospita. Duro anche il consigliere regionale Mario Abbruzzese: «Il grande bluff e l'arte della bugia sono insiti nella cultura del centro sinistra.
Lo abbiamo visto con il governo Renzi, con le promesse mai mantenute di Zingaretti su trasporti, sanità e politiche del lavoro. Ora, a farne le spese sono i 532 giovani che hanno perso il posto di lavoro dopo essere entrati in servizio presso lo stabilimento Fca». Sulle barricate anche i sindaci di Cassino e Piedimonte D'Alessandro: e Ferdinandi.
«Siamo stati eletti per dare risposte certo, ma se i problemi sono strutturali e di ampio respiro nazionale il compito è arduo».
Intanto nel Pd Fronte Democratico va all'attacco del segretario Fardelli: «Nel dissociarci dal comunicato, invitiamo il consigliere Fardelli a indire un direttivo sulla questione, smettendola di pubblicare questi inutili e dannosi comunicati senza prima averne concordato il contenuto in direttivo».